Castello di Pievefavera

ComuneCaldarola (MC)
PeriodoVIII sec.
ClassificazioneCastello murato
Altitudine411 s.l.m.
Posizionehttps://goo.gl/maps/xGrystbotSSe9XTu8

Storia

Pievefavera si trova su di uno sperone roccioso orientato in direzione nord-sud e proteso sulla valle del Chienti.
Tutti gli edifici sono costruiti con blocchi di roccia marnosa che danno al paese una sua caratteristica fisionomia. Il toponimo è composto da ” Pieve ” e ” Favera “.
Il termine “Pieve” deriva dalla parola ” plebs ” che indicava, nei primi anni del cristianesimo, il popolo di Dio: cioè’ coloro che avevano il dono della fede ed avevano ricevuto il battesimo; con il tempo, si estese all’edificio ed al territorio di pertinenza dove era stanziata la prima pieve; il termine ” Faveria ” si collega all’insediamento romano ed al possidente da cui prese il nome.
Il primitivo insediamento era situato più’ in basso ed era sorto quale ” mansio ” o ” statio “.
La vicenda di Pievefavera si suppone inizi in epoca romana.
Con la caduta dell’Impero Romano e le invasioni barbariche subì il destino di tutti i piccoli insediamenti romani. Furono i Benedettini a bonificare il territorio attorno a Pievefavera ma non si conoscono le ragioni dello spostamento di ” Faveria ” dalla valle allo sperone sovrastante.

VIII secolo – IX secolo

A quest’epoca ci conducono due geografi che segnalano “in confinibus territorii Spoletanae Civitatis… Fulginea Spellum, Camerinum …Faveris, Pollentinum, Urbis Salvis…”

963

I “Monumentae Germaniae Historica” riproducono il diploma di Ottone I a favore del monastero di S. Croce del Chienti, stilato in “Villa Faverii in comitatu Camerini”.

967

Tra i beni dell’Abbadia di S. Clemente di Casauria, sono elencati: “In comitatu Camerino, Vestinianum, Caldarolae, Sanctum Angelum in Favera… “. Quest’ultimo precedentemente chiamava “castrum villae Marte” prendendo poi il nome dalla chiesa di S. Angelo, santo caro ai longobardi quanto il dio Marte ai romani.

X sec.

Alla fine del secolo sembra nato a Pievefavera l’abate S. Amico.

XI sec.

La corte Farfense di Travenano (forse l’attuale Travenale fra Borgiano e Belforte) arriva al suo confine, abbraccia il territorio di Serrapetrona, Belforte “usque in Caccabum de Faveri”.

1170

Le prime notizie di una pieve a Faveria si hanno con un documento del 1170 con cui Pietro Offoni passa in proprietà’ alcuni terreni all’abbazia di Fiastra: il documento e’ firmato anche dal priore Pietro ” plebanus de Favero ”

1240

Nel privilegio del Cardinale Sinibaldo Fieschi per le franchigie comunali concesse ai camerinesi, compare: “Faverium”.

1263

Nel 1263 i Varano ottennero il diritto di giurisdizione ecclesiastica e civile sul ” Castrum plebis de Faveria ” e lo mantennero fino al Concilio di Trento con una breve interruzione dal 1434 al 1443.

1274

Solenne riconoscimento da parte del vescovo di Camerino Guido, allora residente nel monastero di Fonte Avellana, dell’antico diritto di patronato dei nobili da Varano sulla chiesa di Pieve Faverio

1279

Il 20 febbraio Niccolò III scrive a Berardo, “plebano de Faverio Camerinensis diocesis camerario nostro” e all’abate del monastero di S. Gregorio di Roma, ordinando loro di presiedere l’esecuzione di una concessione fatta a Luca, romano, medico del papa. Di chi fosse figlio il pievano Berardo non sappiamo; era però della famiglia dei da Varano.

1350

Le vicende di questo periodo documentano l’importanza della pievania; infatti la pieve risultava un’ottima fortificazione con una torre di avvistamento (come si può’ desumere dal testamento di Gentile II da Varano – anno 1350); di maggior rilevanza e’ che il suo territorio garantisse parte dei confini a sud-est dei Varano ed inoltre le ricche rendite provenienti alla pieve dalle decime e dalle risorse agricole della piana di Caldarola, appartenenti ad essa. Gentile II vieta agli eredi la concessione ad estranei del giuspadronato della Pieve.

1356

La “Descriptio Marchiae” del Cardinale Egidio Albornoz, tra i castelli e le ville della città di Camerino, elenca; “Castrum Plebis Faverii e Castrum Faverii”. I recenti studi di E. Saracco Previdi hanno spostato questa data al 1363.

1429

Innanzi al vescovo, i quattro figli di Rodolfo III da Varano si dividono a sorteggio amichevole il dominio di Camerino, la “Pieve Favera” è assegnata a Giovanni II.

1430

La giurisdizione plebale arriva a Cessapalombo, Caldarola, Belforte, Croce, Vestignano, Montalto, alle loro chiese e cappelle (alcune ora scomparse) e ad altre chiese disseminate qua e là-

1468

Nel diploma di investitura di Paolo II a Giulio Cesare da Varano troviamo: “castrum Plebisfaverii”

1502

Nell’inventario borgesco del Ducato è nel “Terzero de Subsancto” così segnalata: “Pievefaveri è castello murato ha fochi 59”.

1545

Dopo la riuncia di Ottavio Farnese al ducato, lo Stato di Camerino entra sotto il dominio della Chiesa e viene diviso in 100 comunità dipendenti da tre vicariati, Pievefavera è compresa in quello di Summonte.

XVII secolo

Al tempo del Lili erano ancora visibili le macerie del “castrum” ove sarebbe nato l’imperatore Pertinace.

Come raggiungerlo

Struttura

Fonti

https://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-pievefavera-pievefavera-mc/
http://turismo.comune.caldarola.mc.it/castello-di-pievefavera/
https://www.guidedocartis.it/?page_id=20506

Bibliografia

Il Sistema di difesa dello Stato di Camerino – Massimo Costantini

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