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Giovanni Borgia, Signore di Camerino
Dopo la conquista del 21 luglio di Cesare Borgia Alessandro VI a settembre nomina Giovanni Borgia – non si sa se figlio suo o di Cesare o di Lucrezia – Duca di Camerino, Nei primi giorni di ottobre scoppiano a Camerino e Urbino rivolte contro il Borgia; tra l’8 e il 9 ottobre Giulio Cesare e i suoi figli sono strangolati, esecutore è il primo uomo d’arme del Valentino, Micheletto da Valenza.
Il 9 ottobre, gli avversari del Valentino si riuniscono nel castello degli Orsini a Magione: sono i condottieri Paolo e Francesco Orsini, Oliverotto da Fermo, Giampaolo Baglioni e Vitellozzo Vitelli che – alla presenza di membri della famiglia Orsini, dei rappresentanti dei signori di Siena e Bologna e di Guidobaldo da Montefeltro stipulano un’alleanza per un reciproco aiuto.
Il 18 ottobre Guidobaldo, con l’aiuto degli alleati riassume il potere ad Urbino.
Il 22 ottobre i camerinesi si ribellano al dominio dei Borgia.
Il 25 ottobre Giovanni Maria da Varano, il figlio minore di Giulio Cesare scampato all’eccidio, rientra in città insieme alla madre Giovanna Malatesta, alla cognata Maria della Rovere e al nipote Sigismondo riuscendo a sostenersi contro nemici interni ed esterni vendicandosi di quanti avevano oltraggiato il padre. In questo periodo brucia le case dei fautori di Giovanni Borgia e giustizia i più compromessi.
Ai primi di novembre Giovanni Maria, ventenne, accompagnato dal cognato Ranuccio Ottoni e Oliverotto da Fermo riconquista Camerino; il 12 novembre, le truppe del Valentino si ammassano ai confini di Camerino e Urbino; il 9 dicembre, il Valentino ottiene, per accordo, Urbino; Giovanni Maria tenta un accordo rinunciando a Camerino per Matelica, il Papa non accetta.
Il 28 novembre Machiavelli scrive “La recuperazione di Camerino durante la vernata, è giudicata, non che difficile, impossibile; nè si crea che si perda tempo, quando per accordo venisse”.
Il 24 dicembre Giovanni Maria non sentendosi sicuro, lascia Camerino spogliando le chiese dei loro arredi e trafugando anche la statua argentea di San Venanzio voluta dal padre e dalla madre in occasione della nascita del primogenito.
“… furono però maggiori le difficoltà che incontrarono i ministri spagnoli, ritornati a Camerino, per ridurre la città alla devozione del Duca…”
Gli spagnoli entrano in Camerino guidati dal Governatore Pietro Perez; lo Stato torna sotto lo scettro dell’Infante Romano. Si inizia la costruzione della Rocca dei Borgia, progettata più ad offesa che a difesa della città.
A gennaio 1503 Cesare Borgia si libera dei congiurati di Magione con la strage di Senigallia e si dirige su Camerino.
Il 1° maggio 1503 il governatore Perez su progetto e direzione dell’arciprete Ludovico Clodio inizia a costruire la Rocca “… imprese a fabbricarvi una Rocca ad offesa, e a difesa… in quella parte della città che guarda fra mezzogiorno ed occidente ove lo scoglio è altissimo…”
Il progetto prevede l’inclusione dell’antico convento delle clarisse divenuto intorno al 1440 dimora degli Osservanti e restaurato intorno al 1480 da Giulio Cesare da Varano.
Il 19 agosto 1503, muore Alessandro VI e la città di Camerino si ribella così da costringere il governatore Perez ad allontanarsi da Camerino con Ludovico Clodio e le truppe spagnole.
Si ritirano Matelica, ma anche da qui è costretto a fuggire in quanto Giovanni Maria, accompagnato dai cognati Muzio Colonna e Ranuccio Ottoni Signore di Matelica, entra in Camerino accolto favorevolmente dalla popolazione.
Giovanni Maria da Varano, Duca di Camerino
Sanudo scrive il 3 ottobre del 1503 “… Item di Camarin, quel signor à trovato la rocha fortificata per il ducha Valentino fino al bordon, e lui va drio fabricandola…”
Giovanni Maria da Varano restaura la signoria, termina la costruzione della Rocca e la fornisce di un collegamento, prevalentemente sotterraneo, con il Palazzo Varano.
Successo legittimo per diritto di primogenitura sarebbe dovuto essere Sigismondo, figlio di Venanzio e di Maria della Rovere, allora bimbo di tre anni. Anche i da Varano di Ferrara, discendenti di Rodolfo IV e Camilla d’Este vantano diritti sullo stato.
Il 30 maggio 1515 Giovanni Maria fu incoronato solennemente nel tempio dell’Annunziata (fatto erigere da Giulio Cesare per le sepolture della dinastia) primo duca di Camerino, dopo l’investitura concessagli dal papa Leone X.
Nel 1521 muore Leone X, protettore di Giovanni Maria da Varano. Francesco Maria della Rovere recupera il ducato di Urbino e appoggia suo nipote Sigismondo da Varano nella conquista dello Stato di Camerino.
Giovanni Maria lascia la città affidando la Rocca al genero Giulio da Montevecchio.
Sigismondo occupa la città senza riuscire a prendere la fortezza.
Il 7 febbraio 1522 dopo un’accanita battaglia combattuta anche nell’Arengo e con l’appoggio della Rocca, Sigismondo viene sconfitto.
Morirà in un agguato presso Viterbo, probabilmente ordito dallo zio, mentre cercava di armare un nuovo esercito per riconquistare la città.
Nel 1527 al passaggio dei Lanzichenecchi la peste si diffonde nella Marca e il 10 agosto di quell’anno Giovanni Maria ne rimane vittima.
La duchessa Caterina Cybo con pochi parenti e amici si rifugia nella Rocca.
Durante il pontificato di Clemente VII nel mastio della Rocca viene custodito il tesoro di Loreto
Giulia da Varano e il dominio della Chiesa
Il 25 settembre 1534 muore Clemente VII. Mattia da Varano, figlio di Ercole da Varano di Ferrara, tenta di rapire nella Rocca la piccola Giulia da Varano, erede dello Stato di Camerino e figlia di Giovanni Maria e Caterina Cybo, senza successo.
Il 12 ottobre 1534 nella stessa Rocca viene celebrato il matrimonio fra Guidobaldo della Rovere e la stessa Giulia da Varano.
Bibliografia:
Il Sistema di difesa dello Stato di Camerino – Massimo Costantini