Comune | Castelraimondo (MC) |
Periodo | |
Classificazione | Residenza signorile di campagna |
Altitudine | 307 m.s.l.m. |
Posizione | https://goo.gl/maps/PMYo2grmZoEnkBTF9 |
Indice
Storia
Il complesso storico monumentale del Castello di Lanciano sorge nel Comune di Castelraimondo in prossimità della riva sinistra del fiume Potenza dove già nel 1240 era in funzione un mulino cui per primo si collegò il toponimo ‘Lanciano’.
Il Castello, circondato da un parco secolare di grande suggestione, ha subito nel corso dei secoli alcune fondamentali ristrutturazioni.
Il Castello rinascimentale fu voluto da Giovanna Malatesta, figlia di Sigismondo Signore di Rimini e consorte di Giulio Cesare da Varano Signore di Camerino, era ultimato nel 1488. L’opera fu realizzata trasformando una vecchia rocca della ‘Intagliata’, il sistema difensivo che dal secondo ‘300 congiungeva senza soluzione di continuità Torre Beregna con Pioraco. Tra il 1382 ed il 1385 Giovanni da Varano promosse l’edificazione della rocca per proteggere il confine nord – orientale della città di Camerino. Nel 1489, persa la funzione militare, il castello fu trasformato in residenza signorile da Giovanna Malatesta, nipote di Francesco Sforza e moglie di Giulio Cesare Varano.
Il castello e i luoghi ameni intorno stupirono Isabella d’Este Gonzaga, notoriamente altezzosa e amante del bello, in visita ai da Varano nel 1494.
Conclusasi la dinastia Varanesca, la proprietà di Lanciano passò a diverse famiglie nobiliari tra cui i Voglia, i Rosa, i Rossetti, ed infine i Bandini che lo acquistarono da papa Benedetto XIV nel 1754.
Sorge a ridosso della riva sinistra del fiume Potenza in un posizione strategica. Già nel XIII secolo si hanno documenti di un mulino nella zona. Fu la famiglia nobiliare dei Varano ad essere stata la prima artefice riconosciuta della sua edificazione con Giovanni Varano detto lo Spaccaferro attorno al 1381 che, in una area strategicamente importante trovandosi nei pressi del transito delle strade per Pioraco, Matelica e la capitale Camerino, a difesa del confine Nord-orientale della signoria camerte lo eresse con possenti mura, con torri e con canalizzazioni d’acqua; in particolare eresse la linea difensiva dell’”Intagliata”. Si tratta di un lungo fosso che rendeva ancor più difficoltoso il transito agli aggressori anche attraverso il riempimento con sterpaglie e alberi procedimento che diede il nome all’opera: lungo questo asse si trovavano altre opere fortilizie come “Torre Beregna”, “Torre del Parco” fino a “Torre porta di ferro” presso il castello di Pioraco. Giulio Cesare Varano fece dono del castello alla moglie Giovanna, figlia di Sigismondo Malatesta da Rimini, la quale apportò imponenti restauri per trasformarlo in un maniero di gusto rinascimentale attorno al 1489. A ricordare del presente restauro vi è una lapide fatta fare da Giovanni Maria Varano alla madre Giovanna inserita nel loggiato del castello. Dopo la dissoluzione dello signoria di Camerino e della conseguente caduta dei Varano siamo a conoscenza anche dei successivi proprietari che risultano fino al 1621 la famiglia Voglia, fino al 1680 i Rosa, fino al 1754 dei Rossetti ed infine dei Bandini che lo acquistarono da papa Benedetto XIV. Fu proprio Alessandro Bandini che apportò le modifiche più imponenti che ci consegnano il castello così come lo vediamo oggi. Il restauro seguito dall’architetto camerte Giovanni Antinori trasformò il castello nelle forme che oggi possiamo vedere. I marchesi Baldini avendo in proprietà anche i territori dove si trovava l’antica importante città romana di Urbs Salvia, trafugarono dagli scavi preziose statue che oggi possiamo trovare ad ornare le sale della villa, tra cui la più bella risulta essere il “Salone delle feste”, ma anche la “Sala cinese” ed altri importanti luoghi. L’interno della villa conserva ancora oggi questi ricchi addobbi, numerosi ricchi dipinti, smalianti arredi tipici del periodo di fine XVIII secolo conservato tutto ancora in ottimo stato. Infine il castello immerso nelle alte colline che uniscono l’abitato di Castelraimondo alla città di Camerino non presenta all’esterno come in altre dimore di questo tipo un giardino, ma un esteso parco fatto di secolari alberi attraversato da sentieri e canali d’acqua dando un forte suggestione di amenità a chi lo attraversa.
Il castello oggi
Trovandosi ad essere l’ultima della dinastia, divenuta Giustiniani Bandini, Maria Sofia moglie del noto diplomatico Manfredi Gravina di Ramacca, donò alla sua morte, 1977, il complesso artistico alla diocesi locale. La diocesi dopo il terremoto del 1997 effettuò dei restauri e nel settembre del 2005 riapre il castello alle visite con annesso il museo “Maria Sofia Giustiniani Bandini”. Il museo è ora parte della rete dei “Musei Civici e Diocesiani” che sono una sorta di museo diffuso situato nei vicini comuni di Visso con il museo omonimo, Camerino con il “Museo Diocesiano “Giacomo Boccanera”” e la “Pinacoteca e Museo Civico di Camerino” nel convento di San Domenico e infine il “Museo Maria Sofia Giustiniani Bandini” collocato all’interno del “Castello di Lanciano” nel comune di Castelraimondo.
Alto medioevo
Si pensa possa essere una delle otto corti possedute dall’Abazia di Farfa nel Comitato di Camerino.
I documenti farfensi tuttavia non parlano di una corte ma di una chiesa di S. Angelo di Lanciano senza indicarne l’esatta posizione.
1240
Nel privilegio del Cardinale Sinibaldo Fieschi per le franchigie comunali concesse ai camerinesi è ricordato con il semplice nome di Lanciano: “Jurisdictionem vero quam Ecclesia Romana habet vel consuevit habere in Lazano et suis adiacentis, et quibusdam ultra Potentiam vobis de gratia duximus concedendum”.
1350
Nel suo testamento del 28 gennaio 1350 Gentile II da Varano lascia al quarto nipote Gentile “… domos et castellare et molendina Lanciani”.
1356
La “Descriptio Marchiae” del Cardinale Egidio Albornoz non viene menzionato nè tra i castelli nè tra le rocche appartenenti al comune di Cmaerino o ai da Varano.
Da ciò Massimo Costantini deduce che gli edifici di Lanciano non avevano funzioni militari.
I recenti studi di E. Saracco Previdi hanno spostato questa data al 1363.
1382
In questo anno viene costruita la “Tagliata” da Giovanni di Berardo da Varano detto Spaccalferro, per questo viene ampliato il fortilizio di Lanciano a difeso del territorio di Camerino verso nord e verso nord-est cioè dalla parte del Potenza.
1405
Lanciano grazie ai suoi mulini garantisce la dote di 5.000 ducati a Sveva dei conti di Loreto Aprutino andata in sposa a Gentilpandolfo.
In questo anno un indice frammentario di amministrazione di Rodolfo II da Varano sotto il titolo “lavorecci delle fortezze et case” registra Lanciano.
1429
Innanzi al vescovo i quattro figli di Rodolfo III da Varano si dividono a sorteggio amichevole il dominio di Camerino, Lanciano è assegnato a Gentilpandolfo.
1456
Bolla di Callisto III al frate Bartolomeo nella quale gli ordina di impossessarsi della rocca di Lanciano e delle sue terre e di consegnarle alla vedova Antonia Smeducci e Orsolina Trinci figlie ed eredi di Sveva, la cui dote era stata impegnata nella rocca predetta.
1468
Il diploma di investitura di Paolo II a Giulio Cesare da Varano cita: “Arcem Lanciani”.
1489
La rocca di Lanciano viene trasformata in una residenza signorile di campagna come risulta dall’iscrizione fatta realizzare nel 1511 da Giovanni Maria da Varano in onore della madre Giovanna Malatesta.
1492
Giulio Cesare dona alla moglie Giovanna Malatesta la proprietà di Lanciano come risulta da un rogito di quell’anno.
1494
Lunedì 7 aprile 1494 Isabella d’Este Gonzaga, marchesa di Mantova, passa per Lanciano e ne ammira il parco, opera di Giovanna Malatesta, ricco di animali selvatici.
1502
Nell’inventario borgesco del Ducato è nel “Terzero de Mezo” così segnalato “Lanciano è un Vasale con palazi et peschere et belle habitationi”.
1515
Lanciano figura fra le 13 rocche del contado di Camerino citate nella bolla di investitura di Leone X a Giovanni Maria da Varano.
1522
Giovanni Maria da Varano festeggia a Lanciano, insieme alla moglie Caterina Cybo, l’assassinio del nipote Sigismondo
1545
Dopo la rinuncia di Ottavio Farnese al ducato, lo stato di Camerino entra sotto il dominio della Chiesa e viene diviso in 100 comunità dipendenti da tre vicariati, Lanciano è ceduto in affitto ai Voglia che lo tengono fino al 1622, anno in cui passa in enfiteusi ai Rosa, i quali nel 1680 lo rinunciano a favore dei Rossetti.
1754
Alessandro Bandini ottiene il possesso di Lanciano con il titolo di marchese da Papa Benedetto XIV, nel 1769 amplia e trasforma il castello. Appartiene a questo tempo la galleria, cioè la grande sala rettangolare che unisce le due ali del castello, realizzata su progetto dell’architetto G. Antinori di Camerino.
1977
La principessa Maria Sofia Giustiniani Bandini, vedova Gravina di Ramacca, ultima proprietaria di Lanciano, lascia i beni esistenti nei comuni di Camerino e Castelraimondo alla Curia Arcivescovile di Camerino.
Attualmente è un museo, sulla parete esterna è tuttora visibile lo stemma dei da Varano.
Come raggiungerlo
Struttura
Fonte
http://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-lanciano-castelraimondo-mc/
http://www.beniculturali.marche.it/Ricerca.aspx?ids=68080
https://www.regione.marche.it/Regione-Utile/Cultura/Ricerca-Musei/Id/118/CASTELRAIMONDO-Castello-di-Lanciano-e-Museo-Maria-Sofia-Giustiniani-Bandini
https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Lanciano
http://www.giustiniani.info/lanciano.html
Bibliografia
Il Sistema di difesa dello Stato di Camerino – Massimo Costantini