Rocca D’Ajello

ComuneCamerino (MC)
PeriodoXII secolo
ClassificazioneVilla
Altitudine452 s.l.m.
Posizionehttps://goo.gl/maps/smPybcrxTakRkNYg8

Storia

Cenni storici

Fra il 1260 e il 1280 Gentile I da Varano, signore di Camerino, fece edificare le due torri di Rocca d’Ajello, il cui nome deriva forse dalla parola “agellus” (campicello). Erano torri di avvistamento, sicuramente molto più alte di quanto non siano attualmente, da cui si effettuavano collegamenti ottici con altre fortezze dello scacchiere e si controllava il vicino
fiume Potenza, la conca del Palente e la gola che conduceva a torre Beregna, detta anche “Troncapassi”.

Le due unità fortificate erano collegate da una galleria seminterrata ed essendo costruite a distanza ravvicinata, sottoponevano l’eventuale attaccante a tiro incrociato nell’area sorvegliata in comune. Nel 1382 Giovanni da Varano detto “Spaccaferro”, per contrastare le mire espansionistiche di Matelica e San Severino, realizzò una linea difensiva che si
estendeva per circa 12 chilometri, da Torre Beregna, crollata in tempi recenti, alle bocche di Pioraco.

Ne facevano parte le due torri di Rocca d’Ajello, Torre del Parco (detta anche “Salvum me fac”, “Torre dei Bilancioni” o “Torre del Ponte” in quanto difendeva il ponte sul fiume Potenza), il castello di Lanciano (trasformato in splendida villa con grande parco da Giovanna Malatesta, sposa di Giulio Cesare Varano, alla fine del sec. XV) e la torre Porta di Ferro a Pioraco, non più esistente.

Le difese della linea erano costituite da fosse, terrapieni e da una sorta di cavalli di frisia la cui realizzazione richiedeva una grande quantità di alberi: da qui il nome di “Tagliata” o “Intagliata”. A Giovanni da Varano (1377) si deve l’inizio della trasformazione della fortezza, che sarà portata a compimento nel 1475 da Giulio Cesare da Varano, le cui iniziali figurano in un frammento di affresco ritrovato nella Sala d’Armi, con la creazione di un complesso fortificato a pianta trapezoidale, adibito anche ad abitazione.

Nell’inventario dei beni dei Varano fatto redigere nel 1502 da Cesare Borgia, impadronitosi dello stato di Camerino, Ajello è definito “Villa con Rocca”. Dopo la fine della signoria dei Varano, a metà del ‘500, il castello passò allo Stato della Chiesa e quindi a varie famiglie fra cui i Massei e i Bruschetti. Nella seconda metà dell’Ottocento fu acquistato da Ortenzio Vitalini, ai cui discendenti tuttora appartiene. La chiesa di San Biagio, antistante il castello, sorge sui resti di un insediamento monastico del IX secolo, dipendente dall’abbazia di Sassovivo a Foligno.

L’affresco absidale, datato 1523, è opera di un pittore della scuola di Girolamo di Giovanni. Vi sono rappresentati, ai piedi del Cristo Crocifisso, Maria, Giovanni e il Vescovo San Biagio.

1240

Si ha la prima notizia di “Agellum”.

1259

Passati gli Svevi di Percivalle d’Oria, Gentile I da Varano, che tende al dominio di Camerino, inizia la costruzione di due torri d’avvistamento le quali, collegate da una galleria seminterrata, consentono la sorveglianza di un buon tratto del Potenza.

1356

La “Descriptio Marchiae” del Cardinale Egidio Albornoz tra i castelli e le ville della città di Camerino, elenca: “Castrum Agelli o Villa Agelli”. I recenti studi di E. Saracco Previdi hanno spostato questa data al 1363,

1371/1377

Vengono rafforzate da Giovanni di Berardo da Varano detto Spaccalferro per collegarle all’Intagliata

1418

Nel testamento di Rodolfo III vengono ricordate le torre circondate da alcune case.

1468

Nel doiploma di investitura di Paolo II a Giulio Cesare da Varano troviamo: “Arcem Agelli”.

1475

Viene realizzato il Palatium ad opera di Giulio Cesare da Varano

1502

Nell’inventario borgesco del Ducato è nel “Terzero di Sossanta” così segnalata: “Agello è villa et ha la rocca et boni habitazioni per signori et possessioni ha fochi n.22”.

1515

Figura fra le tredici rocche del contado di Camerino citate nella bolla di investitura di Leone X a Giovanni Maria da Varano

1545

Dopo la rinuncia di Ottavio Farnese al ducato, lo Stato di Camerino entra sotto il dominio della Chiesa e viene diviso in 100 comunità dipendenti da tre vicariati, la rocca decadde come tutte le altre fortezze. Passa in seguito ai Massei e all’Orfanotrofio di Camerino

Come raggiungerlo

… percorrendo la provinciale che va a Castelraimondo, su di una collina a destra, si presenta allo sguardo la imponente mole della Rocca d’Aiello edificata da Gentile I da Varano come si rivela dall’epigrafe dettata dal Santoni e murata sulla parete meridionale di essa. La rocca fu ampliata da Giulio Cesare e munita di nuove opere di difesa nella seconda metà del sec. XV”

R. Romani

Struttura

…ha pianta trapezoidale. Conta due piani fuori e uno seminterrato che sfrutta la pendenza del terreno. E’ coronata da merli di restauro, come si può rivelare dalla diversa tecnica muraria. Del nucelo origianle rimangono le tue torri del fronte ovest. L’acceso attuale avviene alla fine di una rampa attraverso un portale ad arco, munito, un tempo, di ponte levatoio (se ne vedono le tracce) che conduce a un vasto cortile con pozzo centrale. Attraverso una scala posta nel corpo di sinistra rispetto all’ingresso si scende nello scantinato. Esso comprende, una grotta che sostiene il cortile e una cantina (già scuderia al tempo di Giulio Cesare da Varano) che sorregge tutto il corpo di fabbrica tra le due torri e che anticamente le metteva in comunicazione.
A piano terra si può notare un vastissimo locale adibito a magazzino mentre, verso Nord, una serie di locali conduce alla torre d’angolo. All’esterno, sul lato Ovest, dove sono visibili la Torre del Parco, il Castello di Lanciano e il fiume Potenza, si estende un giardino all’italiana e un vasto parco.

G. Bonifazi

L’attuale aspetto della costruzione è frutto di una serie di trasformazioni dovute soprattutto ai crolli causati dai terremoti, fra cui quello disastroso a fine ‘700. L’antica struttura della fortezza è tuttora ben visibile ai livelli più bassi. La cantina, un vasto ambiente dalla volta a botte, mostra sul fondo gli strati di roccia su cui poggia la costruzione. All’epoca dei Varano, era la scuderia della guarnigione: tutto un lato è occupato da una serie di nicchie che servivano da mangiatoie per i cavalli. Era questo sicuramente il passaggio seminterrato che collegava le due torri. Ancora più  in basso troviamo una serie di cellette scavate in parte nella roccia e sormontate da piccole volte a crociera, adibite anticamente a celle per i prigionieri, e in seguito usate per mantenere in fresco cibi e vino. Attraverso un grottone con volta a botte, si passa al livello superiore, la grande Sala d’Armi, ove sono stati ritrovati pezzi di affreschi quattrocenteschi con decorazioni geometriche. Anche qui volta a botte in pietra arenaria e muri di grande spessore, a prova d’arma da fuoco. A questo livello si trova pure la cisterna per la raccolta delle acque piovane dai tetti, scavata nella roccia e collegata ad un pozzo tuttora visibile nella cucina del primo  piano. Notevole il cortile con pozzo centrale, su cui si apre la porta originaria del castello, un tempo tutelata da ponte levatoio.

Le stanze del primo piano e della torre principale, dalle volte affrescate fra il ‘700 e l’800, ospitano opere di Francesco Vitalini, pittore e incisore, nato a Fiordimonte nel 1865 e autore di un trattato sulle varie tecniche di incisione (“L’incisione su metallo”, Roma, 1904). Soggetti preferiti dei suoi acquerelli, quadri a olio e delle raffinate incisioni, sono Roma e la campagna romana, le colline marchigiane, il Bosforo e i Balcani, i paesaggi alpini. Proprio nelle Dolomiti trovò tragica morte nel 1905, a soli quarant’anni, cadendo nel burrone di Gravasecca vicino ad Auronzo, al ritorno da un’ascensione solitaria.

La chiesa di San Biagio, antistante il castello, sorge sui resti di una piccola abbazia del IX secolo, dipendente da quella ben più grande di Sassovivo a Foligno. L’affresco absidale, datato 1523, è opera di un pittore della scuola di Girolamo di Giovanni. Vi sono rappresentati, ai piedi del Cristo Crocifisso, Maria, Giovanni e il Vescovo San Biagio.

Fonte

http://www.roccadajello.com/
https://www.dimorestoricheitaliane.it/dimora/castello-rocca-ajello/
http://new.lecentocitta.it/la-rocca-dajello-cenni-storici/
http://www.beniculturali.marche.it/Ricerca/tabid/41/ids/67910/Rocca-dAjello/Default.aspx

Bibliografia

Il Sistema di difesa dello Stato di Camerino – Massimo Costantini

Leave a comment

Sito di Manuel Bernardini - Foto e scritti appartengono ai loro autori - Per collaborare info@davarano.it