Nascita:
Morte: Castello di Beldiletto 1424
Consorte:
Indice
Biografia
Rodolfo III da Varano (… – Castello di Beldiletto, 1424) è stato un condottiero e politico italiano, fu signore di Camerino dal 1399 a 1424.
Era figlio di Gentile III da Varano e di Teodora di Niccolò Salimbeni, un’illustre famiglia senese. Ebbe almeno due sorelle (Nanzia, Guglielmina) e un fratello (Giovanni).
È documentato per la prima volta all’inizio degli anni ’80, a fianco degli zii Rodolfo II e Giovanni di Berardo, del padre Gentile III e dei cugini Gentile e Berardo di Venanzio: questo gruppetto dalla casata da Varano dominava allora un aggregato territoriale costituito da diverse città, castra e terrae.
Nel 1376 fu governatore di Macerata e nel 1385 ne divenne podestà dopo la morte dello zio Giovanni di Berardo da Varano.
Negli anni ’70 la famiglia da Varano era stata lacerata da violenti contrasti per la leadership, in particolare tra gli zii e il padre di Rodolfo III; ma nel decennio successivo prevalse il ramo di Gentile III: prima Rodolfo II (1384) e poi Giovanni di Berardo morirono senza eredi maschi, e quest’ultimo consegnò (gennaio 1385) al nipote Rodolfo (III) «lu regemento e la gubernatione» della città di Macerata, che si era posta provvisoriamente sotto la sua protezione. Con un codicillo al testamento (maggio 1385) Giovanni legò inoltre a Rodolfo il territorio della Rancia (la Grancia, comprendente castello, terreni, mulini, bestiame), e cospicui beni mobili (denaro, pietre preziose, argenti). Danneggiati da questa scelta, i figli di Venanzio iniziarono un conflitto armato contro lo zio Gentile III e contro Rodolfo (che erano appoggiati dal comune di Camerino). Per impulso del papato, dapprima Ugolino III Trinci signore di Foligno e poi il comune di Perugia svolsero un’opera di mediazione (arbitrato dell’agosto del 1386); formalmente si giunse a una condivisione del potere, ma Rodolfo III e il padre riuscirono a cacciare con la forza i rivali (che intrapresero peraltro più volte operazioni militari nella regione).
I da Varano approfittarono dei sommovimenti politici provocati dal grande scisma per consolidare la loro posizione nelle Marche. Con la forza (arrivando al saccheggio, come a Civitanova nel 1387) o con l’intimidazione, si fecero riconoscere signori – talvolta per un breve periodo – da diversi castra et terrae (alcuni, di fatto controllati da decenni dalla famiglia). Alternarono queste iniziative con opportunistiche sottomissioni alla sovranità del papa di Roma, negoziando la propria fedeltà per ottenere a posteriori la legittimazione della propria supremazia regionale. Il padre di Rodolfo, Gentile, nel 1384 si sottoscriveva come miles vicarius etc.; e forse era già all’epoca vicario papale anche Rodolfo. Nel dicembre del 1388 padre e figlio giurarono fedeltà e sostegno a Urbano VI, ma nell’agosto del 1389 furono accusati di tyrannice occupare ac detinere Camerino, Tolentino e diversi altri luoghi delle provincie della Marca anconetana e del ducato di Spoleto. Negli anni ’90, pur trattando con riguardo entrambe le obbedienze, romana ed avignonese, con vicende alterne e continue oscillazioni, beneficiarono in particolare della politica di larghe concessioni vicariali messa in campo da Bonifacio IX per consolidare il suo controllo sull’Italia centrale. Nel 1392 Gentile appare in un breve papale come vicario di Bonifacio IX a Camerino; l’anno successivo però fu con Rodolfo accusato dal papa, e convocato in curia con altri signori per aver partecipato ad una lega contro il rettore della Marca, e per essersi impadronito di terre della Chiesa.
In qualche occasione ciò accadde certamente: nel 1395, Rodolfo si fece consegnare la signoria di Monte S. Martino da parte degli abitanti, a condizione di mantenerne l’autonomia (lo stesso anno, era impiegato da Firenze come condottiere contro Forlì).
Nel marzo del 1396, Gentile, Rodolfo ed i suoi figli Gentilpandolfo e Berardo ottennero tutti e quattro un importante vicariato su Tolentino, S. Ginesio, e su otto altre località (tra cui Monte S. Martino). Per questo, comunque, essendo responsabili di occupazioni illegali e scorrerie militari, dovettero ancora una volta essere assolti dal papa, e il perdono riguardò oltre alla città di Camerino ben diciannove castelli e terre variamente controllati, con o senza vicariato. Il riconoscimento da parte del papa del ruolo di ‘protettori’ esercitato su queste comunità ebbe come contropartita il pagamento di 11.000 ducati (promessi da Berardo a nome suo e degli altri tre da Varano), per conto del rettore della Marca, ai capitani di ventura Conte da Carrara e a Mostarda della Strada, ingaggiati per la difesa della provincia.
Rodolfo fiancheggiò il padre sino alla morte (1399) nel governo di Camerino e del suo territorio (che ebbe tratti marcatamente signorili). Si occupò tanto delle questioni di ‘politica estera’ (diplomazia, guerra, commerci) quanto dei problemi interni (fiscalità, amministrazione del comune, magistrature cittadine, giustizia). Con il padre, mantenne anche il possesso di diversi castra (ad es. Montesanto di Spoleto, dal 1387). In questi impegni, fu affiancato sin dalla metà degli anni ’80 dai figli Gentilpandolfo e Berardo, nati dal suo primo matrimonio con Elisabetta di Pandolfo II Malatesta: tre generazioni di da Varano dunque furono coinvolte, per un quindicennio, nell’esercizio di un potere condiviso, rafforzato e legittimato dai vicariati in temporalibus concessi dai vari papi a diversi membri della famiglia (spesso collettivamente e, ad ogni rinnovo, calibrando con accordi mirati, la durata, sempre limitata, e i luoghi).
La morte di Gentile III (21 dicembre 1399) consentì a Rodolfo di porsi al vertice della linea dominante del gruppo familiare, confermando la prassi della trasmissione patrilineare del potere signorile, con l’associazione dei figli e senza meccanismi di primogenitura. Divenne quindi signore di Camerino nel 1399, alla morte del padre e contrastato dai parenti, divenne signore di Camerino con conferma da parte del papa Bonifacio IX. Nel 1414 combatté contro Perugia, con l’appoggio di Braccio da Montone, che nel 1416 entrò in Perugia da vincitore.
Con l’elezione del 1417 di papa Martino V nel concilio di Costanza, concilio che doveva risolvere lo scisma prodottosi all’interno della Chiesa a seguito del trasferimento della curia da Avignone a Roma, Rodolfo venne confermato nei suoi territori. In quell’anno venne scoperta una congiura contro i Da Varano, ma fallì e gli oppositori eliminati.
Rodolfo ebbe molti figli. Gli Elogia che Varino Favorino compose agli inizi del ’500 gliene attribuiscono 64; il dato non è verificabile, ma la sua prolificità è certa. In seconde nozze sposò Costanza di Bartolomeo Smeducci di S. Severino, esponente di una famiglia con la quale i da Varano avevano avuto forti contrasti (in particolare nell’anno 1389). Nel suo testamento del 1418 Rodolfo dichiarò di aver avuto da lei 9 figli. Erano allora vivi Piergentile e Venanzio, e c’era inoltre un terzo maschio Giovanni (legittimato, ancora bambino); le femmine erano Tora, Niccolina, Guglielmina e Ansovina (non ancora in età da matrimonio), mentre Bellafiore e Piacentina, ambedue sposate, erano già decedute). Per questa discendenza, Rodolfo scelse, a seconda delle guerre e delle alleanze, matrimoni con famiglie signorili della regione (Chiavelli, Malatesta, Migliorati, Trinci), ma non solo (Bellafiore sposò Giacomo di Francesco Novello da Carrara, Piacentina Paolo Guinigi). Tutte le figlie ricevettero la stessa dote di 4000 fiorini. Si conoscono inoltre figlie illegittime (Selvaggia, Cassandra), sposate a maggiorenti di Camerino.
Nel 1421 cercò di liberare il figlio Berardo, prigioniero nella torre di Nocera Umbra.
Rodolfo morì nel 1424 nel castello di Beldiletto, anche in seguito della perdita del genero Braccio da Montone, perito nella battaglia dell’Aquila il 5 giugno dello stesso anno.
Prima di morire, Gentile organizzò la perpetuazione del potere famigliare e raccomandò alle comunità soggette di conservare «amore, fede et reverentia» ai tre «fillioli» (lettera al comune di Montecchio del 10 dicembre). I sontuosi funerali organizzati da Rodolfo rispecchiavano queste intenzioni: per queste circostanze furono convocati i rappresentati delle varie comunità (ben dieci dalla piccola terra di Montecchio).
Alcuni anni dopo la sua scomparsa, la lotta per il potere scatenata all’interno della famiglia culminò nell’eccidio dei Varano (1434).
Titoli
Signore di Camerino, Tolentino, Macerata, Civitanova Marche, Visso, Esanatoglia, Sarnano, Urbisaglia, Colmurano, Belforte del Chienti, Penna San Giovanni, Monte San Martino, Gualdo Cattaneo, Cerreto e Montesanto nel perugino.
Parentele e discendenze
Figlio di Gentile, padre di Berardo e di Giovanni, nipote di Giovanni, genero di Bartolomeo Smeducci, suocero di Pandolfo Malatesta, Pino Ordelaffi, Braccio di Montone e Ludovico Migliorati.
Rodolfo si sposò tre volte e ebbe numerosi figli:
con Elisabetta Malatesta,[4] figlia di Pandolfo II Malatesta
Gentilpandolfo (?-1434), condottiero
Berardo (?-1434), condottiero
Costanza, sposò Jacopo da Carrara di Padova
Venanzia, sposò Pino II Ordelaffi
Guglielma, sposò Battista Chiavelli, co-signore di Fabriano
Bianca, sposò Antonio Cantelmi di Napoli
Venanzio (?-1393), sposò Sicinia Da Polenta
Tora (?-1433), sposò Niccolò Trincia Trinci
figlia N.N.
con Costanza Smeducci (?-1420) di Sanseverino
Piergentile (1400-1433), signore di Camerino con Giovanni II, sposò Elisabetta Malatesta
Giovanni (?-1434), signore di Camerino con Piergentile, sposò Bartolomea Smeducci
Nicolina (?-1424), sposò in seconde nozze il famoso condottiero Braccio da Montone
con una figlia di Pagnone Cima di Cingoli
Antonio, monaco
Ansovino (?-1407)
Venere, sposò il condottiero Diodoro Petrelli
Ansovina, sposò Pandolfo Malatesta di Fano
Luca (?-1403?)
Rinaldo (?-1407)
Palutilla (?-1409?)
Ercole (?-1410?)
Livia (?-1420?)
Rodolfo III ebbe anche molti figli naturali.
Fatti degni di nota
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1376 | Marche | Ricopre l’incarico di governatore di Macerata. | |||
1378 | |||||
Lug. | Antipapa | Chiesa | Lazio | Segue la compagnia dei bretoni contro il papa Urbano VI. Con Sivestro di Budes si impadronisce di un ponte sulla via Salaria a Roma; sconfigge nei pressi gli abitanti della città. | |
1382 | |||||
Ago. | Angiò | Napoli | Marche | Agevola nelle Marche il passaggio delle truppe di Luigi d’Angiò dirette nel regno di Napoli. | |
1385 | |||||
Gen. | Marche | Ha l’incarico di podestà a Macerata al posto dello zio Giovanni da Varano morto nello stesso anno. | |||
Sett. | Camerino | Chiesa | Marche | E’ sconfitto dai pontifici di Conte da Carrara a Penna San Giovanni. | |
1386 | |||||
Gen. | Marche | Viene associato dal padre Gentile da Varano al governo di Camerino. | |||
Mar. | Marche | A seguito delle trattative di pace tra Gentile da Varano con i congiunti è inviato in ostaggio a Perugia con Berardo da Varano. Entrambi sono custoditi nel Palazzo dei Signori da tre cittadini. | |||
Ott. | Marche | Gli abitanti di Macerata si ribellano ai da Varano; il vescovo della città Angelo Cino da Bevagna entra nella città con molti armati e ne scaccia il presidio. | |||
1387 | |||||
Feb. | Camerino | Montegranaro | Marche | Contrasta Andrea da Montegranaro (Andrea Zeno) che si è impadronito di Civitanova Marche. | |
1389 | |||||
Ago. | Camerino | Chiesa | Marche | Affianca il padre contro i pontifici. Il papa Urbano VI lo dichiara ribelle allo stato della Chiesa con l’accusa di occupare in modo illegale varie località come Camerino, Esanatoglia, Sarnano, Tolentino, Urbisaglia, Colmurano, Belforte del Chienti, Penna San Giovanni, Monte San Martino, Gualdo Cattaneo, Cerreto e Montesanto nel perugino. | |
1391 | |||||
Giu. ago. | Camerino Chiesa | Marche | Fronteggia il rettore della Marca Andrea Tomacelli, fratello del papa Bonifacio IX. | ||
1392 | |||||
Lug. | Marche | Viene trovato un accordo con Andrea Tomacelli ed i suoi alleati. | |||
1393 | |||||
………….. | Camerino | Chiesa | Marche | Scacciato con il padre da Penna San Giovanni, raccoglie truppe; con le soldatesche che hanno già militato nelle compagnie di Boldrino da Panicale e con quelle di Biordo dei Michelotti muove in soccorso dei difensori di tale castello. | |
Sett. | Marche | Sconfigge a Penna San Giovanni, tra la Penna di Sant’Angelo e Monte San Martino, Conte da Carrara. | |||
Nov. | Marche | Si riconcilia con i pontifici. E’ investito con i congiunti Berardo, Giovanni e Venanzio da Varano di Tolentino e di San Ginesio dal papa Bonifacio IX. | |||
1394 | |||||
Ott. | Camerino | Fuoriusciti | Marche | Respinge con il padre un attacco di Conte da Carrara condotto a Macerata con l’ausilio dei locali fuoriusciti. | |
1395 | |||||
Ago. sett. | Firenze | Forlì | Capitano g.le 300 lance | Toscana Romagna | Esce da Firenze; si dirige in Romagna per combattervi gli Ordelaffi ed assicurare alla repubblica il possesso del castello di Castrocaro Terme, appena acquistato dal papa per 25000 fiorini. Il castellano pontificio non vuole consegnare la fortezza ai nuovi proprietari. Il Varano si colloca prima a Modigliana e poi a Faenza; radunati 3000 cavalli e 3000 fanti, di cui molti contadini del fiorentino, è raggiunto da Astorre Manfredi con 300 cavalli. Si accampa a San Martino ed inizia a devastare il forlivese con l’incendio di case e il taglio di vigneti e piante. La guerra è presto sospesa su pressione dei veneziani. Viene licenziato; al suo posto rimane al servizio dei fiorentini un figlio con 60 lance. E’ arruolato in aspettativa a mezzo soldo per sei mesi fino al marzo seguente. |
1396 | |||||
Mar. | Marche | Con il padre Gentile da Varano occupa di sorpresa Smerillo; ne assedia inutilmente la rocca. | |||
1399 | Marche | Succede al padre nella signoria di Camerino con forti contrasti da parte dei parenti: Bonifacio IX gli conferma tutti i privilegi goduti dai suoi avi; gli è pure concesso il vicariato di Penna San Giovanni dietro il censo di una mula da consegnare alla Santa Sede per il giorno di San Pietro. | |||
1403 | |||||
Feb. | Veneto | A Chioggia ove accoglie con Niccolò d’Este, Carlo Malatesta, Obizzo e Pietro da Polenta la sorella Belfiore che si deve sposare con Giacomo da Carrara. | |||
Mar. | Il papa Bonifacio IX gli ingiunge di pagare il censo annuo per il vicariato di San Ginesio e di altre terre (1000 fiorini) a Paolo Orsini a fronte delle spese per la condotta di uomini d’arme di tale condottiero anziché alla Camera Apostolica. | ||||
1404 | Marche | Il pontefice Innocenzo VII gli riconferma il vicariato di Penna San Giovanni (dietro il censo di una mula) e di Civitanova Marche. A fine novembre gli è ingiunto di pagare alla camera Apostolica il censo di 1500 fiorini. | |||
1405 | Marche | Il papa gli riconosce il vicariato di Visso per sette anni. | |||
1406 | |||||
……………… | Marche | Viene investito di Monfortino dal papa Gregorio XII. | |||
Ago. | E’ considerato alleato dei pontifici in occasione di una pace tra i pontifici e Ladislao d’Angiò. | ||||
1407 | Chiesa Chiesa | Orsini Fermo | Lazio Marche | Assolda cavalli e fanti per recuperare Toscanella caduta in potere di Paolo Orsini. In guerra con il signore di Fermo Ludovico Migliorati alleato del re di Napoli. | |
1408 | |||||
Gen. | Toscana | A metà mese è stipulata una tregua con gli avversari fino a metà febbraio; a fime mese questa viene prorogata per altri sedici giorni con validità estesa a tutta la Marca. A Lucca al seguito del nuovo papa Gregorio XII: nella città è ospitato nelle case del genero Paolo Guinigi. | |||
1409 | |||||
Mag. giu. | Napoli | Firenze Antipapa | Toscana | Al campo di Ossaia; a giugno gli è concessa Cortona dal re. Ottiene Smerillo da Martino da Faenza, Ceccolino dei Michelotti e da Conte da Carrara. | |
……………… | Marche | Con Conte da Carrara sobilla Giannozzo Migliorati ai danni del fratello Ludovico signore di Fermo. | |||
1410 | Marche | Opera sempre nella marca d’ Ancona; con Martino da Faenza appoggia i partigiani del papa contro quelli dell’antipapa Alessandro V. | |||
1411 | |||||
Mag. | Campania | Con Martino da Faenza scorta il pontefice Gregorio XII da Macerata a Gaeta. | |||
1412 | |||||
Lug. | Ungheria | Per conto del re di Napoli Ladislao d’Angiò si reca in Ungheria con Conte da Carrara per stipulare un trattato di pace tra i due sovrani. | |||
1413 | |||||
Mag. | Marche | A metà mese i maceratesi gli si danno in signoria per essere difesi dalle milizie angioine di Paolo Orsini. 200 cavalli e 100 fanti di quest’ultimo si stabiliscono nel territorio di Mogliano. | |||
Ott. | Marche | Con il figlio Berardo da Varano induce Carlo Malatesta a firmare una tregua con Ludovico Migliorati | |||
1414 | |||||
Mag. | Napoli | Antipapa | Marche | Compie alcune scorrerie nel territorio di Rocca Contrada (Arcevia). | |
Giu. lug. | Spoleto | Napoli | Umbria | Alla firma del trattato di pace tra angioini e pontifici vi viene compreso come collegato del re di Napoli. Si trasferisce a Spoleto di cui diviene priore. Vi è attaccato da Conte da Carrara, dal Tartaglia e da Ceccolino dei Michelotti che lo costringono a cedere. | |
Ago. | Umvbria | Alla morte di Ladislao d’Angiò gli abitanti di Beroide si ribellano a Spoleto e gli si danno in signoria. Vi sono trattative con il comune umbro che si oppone a tale situazione. | |||
1415 | |||||
Feb. | Camerino | Spoleto | Umbria | ||
Apr. ago. | Camerino | Rimini | Marche | Si riavvicina al Migliorati. E’ attaccato da Carlo ed Andrea Malatesta che si impadroniscono di San Severino Marche, Beldiletto, Morrovalle, Montecosaro, Petriolo, San Giusto e Montegranaro. | |
1416 | |||||
Mar. | Montone | Rimini | Marche | Si allea con Braccio di Montone e con il Migliorati; riprende il conflitto con i Malatesta. | |
1417 | |||||
Mar. | Marche | Si rappacifica con Pandolfo Malatesta su interposizione di fiorentini e veneziani. | |||
1418 | E’ confermato nella signoria di Camerino dal papa Martino V. Perora presso la corte pontificia la causa del Montone. Scopre in Camerino una congiura ai suoi danni. | ||||
1419 | |||||
Giu. | Umbria | Il papa indice una tregua di due anni tra Camerino e la comunità di Norcia. | |||
1421 | |||||
Gen. | Umbria | Affianca il Montone e Corrado Trinci nel liberare il figlio Berardo catturato dal castellano di Nocera Umbra Pietro di Rasiglia. | |||
1423 | |||||
Gen. | Il suo debito verso la Camera Apostolica è di 3500 fiorini per il pagamento di taglie e di altri 1300 per il censo. | ||||
……………… | Camerino | Cingoli | Marche | Cerca di entrare in Cingoli con il figlio Berardo; ne è respinto da Giacomo degli Arcipreti che governa la città per conto del Montone. | |
1424 | |||||
Mag. | Marche | Muore nel castello di Beldiletto; padre di 64 figli, dei quali 54 raggiungono l’età adulta. A tutti i sopravvissuti è assegnato un castello, una pieve o la carica di podestà. Fa costruire il castello della Rancia presso Tolentino. Sposa Elisabetta Malatesta, figlia di Pandolfo, Costanza Smeducci, figlia di Bartolomeo, vedova di Galeazzo Chiavelli, ed una figlia di Pagnone Cima signore di Cingoli. |
Citazioni
“Si dice, che hebbe 54 figliuoli, che tutti mangiarono pane.” SANSOVINO
“(Ebbe 64 figli) de’ quali 53 mangiarono pane.” COLUCCI
Fonti
https://condottieridiventura.it/rodolfo-da-varano-di-camerino/
https://it.wikipedia.org/wiki/Rodolfo_III_da_Varano
https://www.treccani.it/enciclopedia/bio-varano-rodolfo-iii-da_(Dizionario-Biografico)/