Nascita:
Morte: Tolentino, Novembre 1384
Cosorte: Camilla Chiavelli
Indice
Biografia
Rodolfo II Da Varano (… – Tolentino, 1384) è stato un condottiero italiano.
Figlio di Berardo da Camerino e nipote di Rodolfo I da Varano.
Nel 1350 (o 1384) combatte per Clemente VI insieme a 1000 crociati camerti contro gli infedeli , segnalandosi alla presa di Smirne insieme ai Cavalieri di Rodi, comandato da Jean de Biandrà, priore di Lombardia.
Secondo la leggenda da questa crociata riporta l’icona di Santa Maria in Via tuttora venerata nell’omonima chiesa di Camerino.
Passato al servizio degli Angioini, fu governatore degli Abruzzi. Militò per il cardinale Egidio Albornoz, legato pontificio, contro i Malatesta e gli Ordelaffi di Forlì. Nel 1355 prese Recanati e vinse a Castelfidardo nella battaglia di Paderno, facendo prigioniero Galeotto I Malatesta e costringendolo a dichiararsi vassallo della Chiesa. L’accordo fu sigillato il 2 giugno 1355 con il matrimonio di Giulio Cesare da Varano con la figlia di Galeotto.
Eletto gonfaloniere dal pontefice, nel 1355 fu investito del vicariato di San Ginesio e Tolentino, e fece tornare la Romagna sotto le leggi dei papi. Riconquistò tutti i domini della chiesa nella Marca anconitana e in Romagna, ottenendo per dodici anni il governo assoluto, in nome della Chiesa, anche di Rimini, Fano, Pesaro, Fossombrone.
In questo periodo fu assunto anche dagli Angioini di Napoli e nominato da questi governatore dell’Abruzzo da re Ludovico.
Tornato ad imbracciare le armi, sottomise Ascoli Piceno e Forlì, ma venuto in antipatia all’Albornoz, fu imprigionato. Appena libero, lasciò il servizio pontificio e passò ai fiorentini, per i quali nel 1362, come generale, partecipò all’impresa di Pisa.
Nel 1363 servì i perugini, per i quali recuperò Monte Fontegiano, facendo decapitare tutti i ghibellini che lo difendevano.
Con la protezione di Urbano V innalzò il suo potere in Camerino occupando la signoria dopo aver ucciso lo zio.
Nel 1370, come generale e capitano del popolo fiorentino lottò contro Barnabò Visconti, rimanendo vincitore.
Nel 1375 formatasi una lega contro il papa Gregorio XI, Rodolfo ne fu posto a capo.
Nel 1376, eletto signore di Macerata, andò a difendere Bologna, minacciata dalla Compagnia detta dei Bretoni al servizio della fazione guelfa che aveva come condottiero il cardinale Roberto di Ginevra.
Rodolfo da Varano rimase sulle difese non potendo tenere testa a tutti i numerosi mercenari e fatto interrogare dai nemici che gli chiesero come mani non uscisse egli rispose “Perchè non vi entrino essi” (Storia universale antica e moderna del conte di Sègur e suoi continuatori).
Nel 1377 fu posto a capo della lega ghibellina Giovanni Acuto, Rodolfo II fu rimosso dal suo capo di comandante generale che per ritorsione decise di mettersi al servizio del papa.
Nel 1377 torna al servizio di Gregorio XI che lo investe capitano generale e i fiorentini lo dichiararono traditore.
Firenze non gradì e lo ritrasse con sembianze infamanti (un “ritratto di diffamare) nel palazzo del podestà, su sette porte cittadine e in altri luoghi indicandolo come “traditore della Santa Madre Chiesa, per il Popolo e del Comune di Firenze e per tutti i suoi alleati”. Venne raffigurato come appeso per il piede sinistro a testa in già su una forca con una sirena alla sua sinistra e un basilisco alla sua destra mentre indossa la mitra di un vescovo (circa ottobre 1377).
Combatté allora contro i fiorentini, ma perse in due fatti d’armi: a Montemilione e a Fabriano. Dopo la morte di Gregorio XI dovette difendersi dalle aggressioni dei ghibellini.
Nel 1378 partecipa al Conclave di Fondi e riveste un ruolo fondamentale nell’elezione dell’antipapa Clemente VII (Roberto di Ginevra) che apre lo “Scisma d’Occidente”.
Morto Giovanni Acuto, nel 1382 soccorse i fiorentini e i perugini e riuscì in tal modo a farseli nuovamente alleati.
Mori a Tolentino, nel 1384.
Titoli
Signore di Camerino, Fabriano, Tolentino, Cingoli, Sarnano, San Ginesio, Amandola, Macerata, Corridonia (Pausola, Montolmo), Civitanova Marche, Belforte del Chienti, Potenza Picena, Castelraimondo, Numana, Castelfidardo e di Penna San Giovanni.
Parentele e discendenza
Fratello di Gentile e Giovanni, genero di Pandolfo Malatesta, suocero di Galeotto Malatesta.
Rodolfo II sposa in prime nozze Paolina da Mogliano, madre di Gentilina, andata in sposa a Galeotto Malatesta da Rimini.
Rodolfo II sposa in seconde nozze Camilla Chiavelli, figlia di Finuccio di Fabriano da cui avranno due figlie:
Gentile, che sposò Galeotto I Malatesta, signore di Rimini;
Elisabetta, che sposò Malatesta IV Malatesta, signore di Rimini.
Fatti degni di nota
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1337 | Siena | Pisa | Capitano di guerra | Toscana | Con la scoperta di una congiura a Massa Marittima a favore dei pisani si reca nella città per riportarvi l’ordine. I principali cospiratori sono catturati; alcuni di costoro sono decapitati; altri sono incarcerati, altri ancora sono condannati a pene pecuniarie. |
1342 | Firenze | Toscana | E’ preposto alla guardia di Firenze. | ||
1343 | Camerino | Chiesa | Marche | E’ inquisito con i fratelli Gentile e Giovanni da Varano dal rettore della Marca Giovanni di Riparia per avere invaso le terre di Tolentino e di San Ginesio e per avere insediato in Matelica i nipoti di Burgaruccio Ottoni (Burgaruccio di Matelica). | |
1345 | Chiesa | Impero Ottomano | Turchia | Si segnala alla conquista di Smirne alla testa di 100 soldati di Camerino. | |
1351 | |||||
………………… | Milano | Chiesa | Marche | Si allea con l’arcivescovo di Milano Giovanni Visconti ai danni dei pontifici. | |
Sett. | Napoli | Ungheria | Campania | Viene nominato capitano di Aversa allorché le truppe del re Ludovico d’Ungheria si allontanano dalla Campania. | |
Ott. | 100 cavalli | Abruzzi | Rientra nel regno di Napoli con 100 cavalli; combatte a sue spese gli ungheri. Viene nominato viceré degli Abruzzi dalla regina Giovanna d’Angiò. Espelle i presidi posti da Corrado Lupo negli Abruzzi. Con la sconfitta di Galeotto Malatesta e l’avvicinarsi dei mesi invernali rientra nelle Marche. | ||
1352 | Firenze | Milano | Affianca i fiorentini contro i viscontei ed i loro alleati della fazione ghibellina. | ||
1353 | |||||
Mar. | Nei capitoli della pace di Sarzana è dichiarato collegato dei Visconti. | ||||
………………… | Chiesa | Vico | Lazio | Agli stipendi del cardinale Egidio Albornoz contro il prefetto Giovanni di Vico. | |
………………… | Marche | Ospita a Camerino Fernando Blasco. Gli invia incontro, a due miglia dalla città, il fratello Giovanni da Varano. Fa entrare il capitano pontificio con tutte le sue truppe. Nell’anno acquista i beni del cugino Rodolfo di Pioraco, tra cui mulini, terre, case, gualchiere. | |||
1354 | |||||
………………… | Marche | Viene nominato podestà di Penna San Giovanni. | |||
Dic. | Umbria | Ad Orvieto dove presta il giuramento di fedeltà al cardinale Albornoz. Offre i suoi armati per combattere i Malatesta. | |||
1355 | |||||
………………… | Chiesa | Forlì Rimini | Romagna e Marche | Viene sconfitto dalle truppe di Francesco Ordelaffi cui ha teso un’inutile imboscata. Si rinchiude in Recanati con molti cavalli e respinge un attacco che vi è portato da 1500 barbute condotte da Malatesta Malatesta e da Gentile da Mogliano. | |
Mar. | Marche | A Tolentino con Ungaro degli Atti. Niccolò da Buscareto si dichiara vassallo dello stato della Chiesa. | |||
Apr. | Capitano g.le | Marche e Romagna | Viene nominato capitano generale dell’esercito pontificio mentre Lomo da Jesi ha l’incarico di gonfaloniere dello stesso. Affronta Galeotto Malatesta che con 600 barbute ha espugnato un castello nei pressi di Recanati e ne sta assediando un altro. Con 800 cavalli e molti fanti attacca il campo trincerato del Malatesta a Paterno d’Ancona; è respinto due volte; si accorge che un colle sopra il campo è sorvegliato dagli anconetani e che, per la sua posizione, i difensori di Paterno d’Ancona non sono in grado di ricevere eventuali soccorsi. Il Varano assale il poggio con cavalli e balestrieri, lo conquista in breve: da tale punto può forzare l’ingresso nel campo avversario. Galeotto Malatesta, ripetutamente ferito, è catturato. Rodolfo da Varano si unisce con il conticino di Ghiaggiolo Ramberto Malatesta, si sposta in Romagna con 500 cavalli, occupa più castelli quali Santarcangelo di Romagna, Savignano sul Rubicone, Verucchio; minaccia la stessa Rimini. Malatesta Malatesta Guastafamiglia cede ai pontifici. | ||
Lug. | Gonfaloniere dello stato della Chiesa | Come gonfaloniere dello stato della Chiesa gode di una provvigione mensile di 500 fiorini. | |||
Sett. | Marche | E’ il primo signore della Marca ad ottenere la legittimazione di un governo personale sotto forma di investitura feudale per la durata di dodici anni (comuni di Tolentino e di San Ginesio dietro il censo annuo di 300 fiorini). | |||
Nov. | Marche | A Fermo per il giuramento di fedeltà allo stato della Chiesa di Smeduccio Salimbeni. Nel mese è investito ad Ancona dal cardinale Albornoz, sempre su autorizzazione del papa Innocenzo VI, di Camerino. Quest’ultima infeudazione sarà riconfermata da Urbano V per quattro anni nel 1467. Nell’ occasione ad Ancona, si impegna a fornire, se richiesto, un contingente di 10 cavalli e di 50 fanti (composto di 25 balestrieri e di 25 palvesari) con i quali combattere nella Marca i nemici dei pontifici. | |||
1356 | |||||
Primavera | Chiesa | Faenza Forlì | Romagna | Contrasta in Romagna i Manfredi e gli Ordelaffi. Si dirige verso Faenza e ne mette a sacco il territorio. | |
Lug. | Marche | Si ritira nelle Marche; acquista dai Brunforte il castello di Isnardo. Viene esortato dal papa Innocenzo VI a sostenere la politica dell’ Albornoz. | |||
………………… | Chiesa | Ascoli Piceno | Marche | Acquista presso Senigallia i castelli di Gusmano e di Algiato. Ottiene la resa di Ascoli Piceno ed induce i Chiavelli di Fabriano nonché il vescovo di Foligno a ritornare nell’ alveo dello stato della Chiesa. | |
1357 | |||||
Mag. | Marche | Si reca a Fano con il cardinale Androino de la Roche. | |||
1359 | |||||
Feb. | Camerino | Comp. ventura | Marche | Scorre nei suoi territori la compagnia di Anichino di Baumgarten e del conte Lando. I venturieri si impadroniscono del castello di Serra San Quirico. Per liberarsi della compagnia riconosce ai suoi membri 4000 fiorini; dà loro in ostaggio il figlio Berardo. | |
………………… | Chiesa | Milano | Sconfigge Niccolò da Buscareto. | ||
Ott. nov. | Marche | Venuto in sospetto per la sua potenza è accusato di tradimento; è incarcerato dopo un convito, organizzato in suo onore dal signore di Fermo Giovanni Visconti da Oleggio, su mandato dell’ Albornoz: alla sua caduta concorrono anche i due fratelli Malatesta che nutrono un profondo odio nei suoi confronti. Il Varano fa sapere ai suoi congiunti di non pagare alcuna taglia per la sua liberazione perché innocente, né tanto meno di consegnare a chicchessia terre soggette al controllo famigliare. E’ liberato a novembre; ritorna a Camerino senza rendere atto di omaggio all’ Albornoz. | |||
1362 | |||||
Lug. | Firenze | Pisa | Capitano g.le 100 cavalli e 100 fanti | Toscana | Viene nominato capitano generale dai fiorentini al posto di Bonifacio Lupo (provvigione di 2000 fiorini). Onora il suo predecessore e lo nomina suo mariscalco vincendo così lo sdegno del condottiero emiliano nei confronti di Firenze. Con l’arrivo di Niccolò Orsini e di altri capitani ha a sua disposizione 2000 barbute e 5000 fanti con i quali si acquartiera tra Peccioli e Ghizzano. Avuti i rifornimenti richiesti, si muove da Peccioli, supera Ponsacco, entra in Cascina che viene messa a sacco. I suoi ungheri giungono alla badia di San Savino dove fanno 50 prigionieri. Si attenda a San Savino da dove fa scorrere i suoi cavalli fino a Pisa; alla Bessa fa correre un palio vinto da Niccolò Orsini. Lo stesso giorno per maggiore derisione degli avversari fa correre altri tre palii destinati agli asini, ai barattieri (funzionari disonesti e giocatori) ed alle meretrici. 600 fanti, 200 cavalli e molti balestrieri escono da Pisa per vendicare l’oltraggio; sono respinti dentro la città. Fa incendiare tutto ciò che è infiammabile fino al borgo di San Marco, a San Casciano ed a Caprona; ritorna a Ponsacco ed intercetta una lettera del castellano di Peccioli nel quale costui chiede un pronto soccorso. Fa circondare di steccati tale castello in modo da impedire che i difensori possano ricevere rinforzi dall’ esterno. Spinto da Bonifacio Lupo e dai fiorentini porta un assalto condotto senza convinzione. Nonostante tutto i difensori si arrendono a patti alla condizione di non ricevere soccorsi entro il termine di dieci giorni: a tal fine i fiorentini inviano al Varano altri 1000 balestrieri e 200 cavalli. |
Ago. | Toscana | Allo scadere dei termini il capitano di Peccioli non rispetta gli accordi; crolla una torre puntellata e con la sua caduta sono rovinate quaranta braccia di mura. Il Varano e Bonifacio Lupo non permettono alle truppe di dare il sacco al borgo; i difensori, catturati nel borgo, sono imprigionati dopo avere corso il pericolo di essere messi a morte. Assedia poi Pontecchio alla cui guardia sono 200 fanti; assale il castello per più giorni. 60 uomini, per cercare di sfuggire alla cattura, si gettano in un dirupo; dei rimanenti fanti, 144 si arrendono a discrezione e sono condotti in carcere a Firenze. Ottiene a forza Laiatico con grande uccisione di pisani. Occupa senza problemi Foiano con la rocca: ne è tratta una campana che viene trasportata a Firenze; cavalca a Montefoscoli ed a Marti che non può assediare per la carenza d’acqua; torna a Fabbrica e da qui invia in maremma 400 cavalli e molti masnadieri a fare razzia di bestiame. Si segnala per un gesto interpretato negativamente che gli fa perdere parte dell’ ascendente sulle truppe: non rinuncia alla sua parte di bottino come al contrario ha fatto Bonifacio Lupo in una analoga circostanza. Lasciano le sue file Niccolò da Montefeltro, Ugolino dei Sabatini e Marcolfo dei Rossi che pretendono per la caduta di Peccioli paga doppia e mese compiuto. Rodolfo da Varano si accampa a Marti ed a Castel del Bosco perché teme qualche colpo di mano da parte di tali venturieri. | |||
Sett. | Toscana | Raggiunge San Miniato; i pisani recuperano Laiatico ove tagliano a pezzi il presidio fiorentino. Rientra a Firenze: è festeggiatissimo. | |||
Ott. | Toscana | Pietro Gambacorta organizza un trattato in Pisa per entrare nella città con l’ausilio dei fiorentini. Rodolfo da Varano si muove da Peccioli con 700 cavalli e 300 ungheri, penetra di notte nel borgo di San Marco con la speranza che disordini interni possano agevolare la sua avanzata. Escono dalla città tre bandiere di cavalli che sono tutti catturati o uccisi: l’azione permette agli abitanti di prepararsi cosicché il Varano è costretto a ritirarsi con la perdita di due connestabili. Prosegue le sue scorrerie prima a Bagno a Acqua (incendiata) e poi in altre località. | |||
1363 | |||||
Gen. | Toscana | Soccorre Santa Maria a Monte da un attacco di 800 cavalli e 3000 fanti condotto da Rinieri da Baschi. | |||
Mar. | Toscana | Tacciato di negligenza e di avarizia, viene sostituito nel comando da Piero Farnese: lascia il campo scontento del trattamento ricevuto. | |||
Nov. | Perugia | Fuoriusciti | Umbria | Recupera Monte Fonteggiano (Fontignano). Tutti i fuoriusciti del partito nobiliare che vengono catturati sono decapitati. | |
1364 | |||||
Gen. | Fa da mallevadore della pace tra la “Compagnia del Cappelletto” di Niccolò da Montefeltro ed il comune di Siena. | ||||
1367 | |||||
Ott. | Lazio | Raggiunge a Viterbo il papa Urbano V che proviene da Avignone; alla retroguardia del corteo lo accompagna con 400 cavalli nel suo ingresso trionfale in Roma; con lui sono anche Galeotto Malatesta Ungaro, Galeotto e Pandolfo Malatesta, Niccolò d’Este ed Amedeo di Savoia. | |||
Dic. | Camerino | San Ginesio | Marche | E’ confermato dai pontifici nel vicariato di San Ginesio per altri cinque anni: si aliena l’animo degli abitanti in un consiglio che si svolge nella chiesa di San Francesco. Gli si ribella Angelo Gualtieri che si impossessa di San Ginesio, fa uccidere i suoi ministri e distruggere le sue case. Il Varano lo affronta subito, lo assedia nel castello di Ripe San Ginesio; si impossessa della fortezza per trattato in pochi giorni. Il fuoriuscito viene decapitato nella piazza di San Ginesio ed i suoi beni sono confiscati. Nell’ occasione gli è riconfermato dai pontifici il vicariato di Tolentino e gli è concesso quello di Castelraimondo. | |
1368 | |||||
Gen. | Chiesa | Milano | 60 lance | Emilia | Appoggia a Bologna il legato pontificio, il cardinale Anglico Grimoard, fratello del papa. |
Apr. | Emilia | Si unisce con l’imperatore Carlo di Boemia con cui ha un colloquio assieme con Galeotto Malatesta. | |||
Mag. | Lombardia | Assale la bastia di Borgoforte che blocca l’avanzata dell’esercito pontificio; vi sconfigge nelle vicinanze Pagano di Panico e Guido Savina da Fogliano che ne sono alla difesa. | |||
Lug. | Marche | Rientra nella marca d’ Ancona. E’ ospitato a Fano dal genero Galeotto Malatesta. Prende parte con il signore di Rimini ad una partita di caccia che si svolge a Senigallia. | |||
1369 | |||||
Feb. | E’ compreso nella pace stipulata tra lo stato della Chiesa ed i viscontei. | ||||
Dic. | Firenze | Milano | 600 cavalli | Toscana | Nonostante la riluttanza di parte dei fiorentini nei suoi confronti, è richiamato al servizio della repubblica per contrastare l’azione di Giovanni Acuto. |
1370 | |||||
………………… | Lombardia | Fronteggia in Toscana le milizie di Bernabò Visconti. | |||
Giu. | Firenze Pisa Lucca | Comp. ventura | Capitano g.le | Toscana Liguria e Lazio | E’ richiamato con Galeotto Malatesta Ungaro (4000 cavalli e 1000 fanti, di cui molti balestrieri) per rispondere alle incursioni dell’ Acuto e di Giovanni di Raten. Esce da Calcinaia, attraversa l’Arno e si colloca davanti alla Porta della Pace di Pisa; si sposta in Val di Serchio ed insegue gli avversari fino a Pietrasanta e Sarzana. Al termine delle operazioni lascia la Toscana per puntare su Montefiascone. |
Lug. | Toscana | Depone la sua carica a Firenze; gli è concessa la cittadinanza e gli sono riservati quegli onori mancati la volta precedente. | |||
…………….. | Viene inviato dal pontefice presso la “Grande Compagnia” per convincere i suoi membri a risparmiare il territorio di Camerino dalle loro scorrerie. La curia provinciale ingiunge al comune di Camerino di pagargli 2498 fiorini per le spese sostenute in questa ed in altre missioni similari. | ||||
1371 | |||||
………………… | Francia | Ad Avignone per le esequie del papa Urbano V. Segue il conclave in cui è eletto Gregorio XI. | |||
Lug. | Firenze | Milano | Capitano g.le | Contrasta le truppe di Bernabò Visconti. Con la vittoria viene sostituito a luglio da Francesco Orsini del Monte. | |
1375 | Chiesa | Francia | Nella guerra degli Otto Santi agli inizi parteggia per il papa Gregorio XI. | ||
1376 | |||||
Feb. | Firenze | Chiesa | Marche | Aderisce alla lega fiorentina contro lo stato della Chiesa. Il papa lo punisce per tale scelta togliendo a lui ed al fratello Venanzio da Varano i vicariati di Tolentino e di San Ginesio concessi, invece, ai fratelli Gentile e Giovanni. | |
Apr. | Capitano g.le | Marche | Con il fratello Venanzio scaccia da Camerino i fratelli Giovanni e Gentile fautori della causa pontificia. Ottiene per trattato Penna San Giovanni e Macerata. | ||
Lug. | Toscana ed Emilia | Si reca a Firenze ove riceve le insegne di capitano generale della lega antipontificia. Dopo due giorni è inviato con 800 lance e molti balestrieri alla difesa di Bologna che si è ribellata al legato pontificio il cardinale Guglielmo di Noellet. Ha il compito di contrastare le bande bretoni del cardinale Roberto di Ginevra e di Giovanni di Maléstroit. Fa presidiare le strade che dalla Toscana conducono a Bologna per tenere aperte verso città le vie di rifornimento; il presidio cittadino è rafforzato da 500 lance inviate dal Visconti agli ordini di Lucio Lando. La situazione in città è fluida a causa dei dissidi che separano i vari maggiorenti dei quali alcuni sono sospettati di agire per riportare i Pepoli alla signoria di Bologna. | |||
Ago. | Emilia | E’ contattato per un colloquio dall’ Acuto: il Varano gli invia il suo tesoriere che è fatto arrestare da Roberto di Ginevra. Quando è informato che il funzionario ha con sé il suo sigillo ordina a chiunque di non obbedire all’eventuale contenuto di messaggi che portassero la sua firma; invia anche soccorsi a Scarperia dove è in atto un trattato. | |||
Sett. | Emilia | Alcuni influenti cittadini di Bologna come Francesco Guastavillani, Girolamo di Andrea, Maso dei Sabatini, Bornio da Sala, Leonardo Beccatelli contattano il cardinale Roberto di Ginevra per fargli trovare aperta, nel corso di un assalto dei bretoni, una porta posta nel tratto di mura tra San Donato e San Vitale. I borghi esterni sono incendiati. Gli assalitori sono respinti lasciando sul terreno alcune centinaia di morti. I congiurati sono catturati e decapitati in piazza; le loro teste sono lanciate dalle torri per ordine del Varano. Il cardinale Roberto di Ginevra cerca in tutti i modi di incitare il condottiero ad uscire da Bologna in battaglia campale. Non accetta lo scontro che gli viene proposta dai nemici preferendo restare rinserrato dentro le mura cittadine. E’ riconfermato dai fiorentini per altri sei mesi. | |||
Ott. | Marche | Controlla i pontifici nelle Marche e li ostacola nei pressi di Ascoli Piceno. | |||
Nov. | Marche | Si trova nel contado di Fabriano; combatte 1000 cavalli bretoni che sono entrati in tale territorio. | |||
1377 | |||||
Gen. apr. | Chiesa | Firenze | Capitano g.le | Marche | Entra a contesa con i fiorentini sia per il possesso di Fabriano (pervenuta sotto il suo controllo), sia per non sottostare agli ordini dell’Acuto passato nel frattempo al soldo della repubblica, di cui dovrebbe anche contribuire al pagamento dei suoi stipendi come signore di Camerino. Il papa Gregorio XI lo accoglie con singolari attestati di onore; gli affida il comando della compagnia dei bretoni con la quale si accinge a tribolare gli alleati dei fiorentini nella marca d’ Ancona. Viene investito nuovamente di Tolentino e di San Ginesio. |
Giu. | Marche | Occupa Sant’ Elpidio a Mare, marcia contro i fermani di Rinaldo da Monteverde e li sconfigge nei piani del Tenna. Tra gli avversari sono fatti 300 prigionieri. | |||
Ago. | Marche | E’ sconfitto da Piero del Bianco e da Astorre Manfredi in uno scontro durato dodici ore. Irrompe in Matelica con 1500 cavalli bretoni; ne espelle Rinaldo da Monteverde e Francesco di Matelica. Si sposta tra Ascoli Piceno e Fermo. Si trasferisce a Tolentino e spedisce in soccorso di Macerata Antonio da Recanati con 25 uomini d’arme e Bante da Visso (altri 50). Costoro entrano nella città introducendovi molte vettovaglie. Alberghetto Chiavelli approfitta della lontananza del Varano per irrompere in Fabriano. Alla notizia si pone alla testa di 600 lance bretoni e più di 3000 fanti e raggiunge tale località; si colloca di fronte alla Porta Cervara, a San Pietro. A sostegno del Chiavelli accorre Lucio Lando che sfida a battaglia il Varano. | |||
Sett. | Marche | E’ battuto una prima volta a Matelica da Francesco di Matelica; il giorno seguente è vinto anche da Lucio Lando e dagli altri capitani fiorentini ai piani della Rancia: nella battaglia gli sono catturati 1000 cavalli e gli è conquistato il suo stendardo; i morti d’ambo le parti sono 900. Si salva a fatica in Tolentino. | |||
Ott. | Marche | Viene ancora sconfitto da Bartolomeo Smeducci. Gli avversari si impossessano di Montegiorgio e devastano pesantemente i suoi territori. A metà mese a Firenze gli è tolta la cittadinanza ed è raffigurato sulla facciata del Palazzo degli Otto della Guerra e sulle porte cittadine impiccato per i piedi come traditore. Da parte sua fa dipingere nei suoi stati gli Otto della Guerra con un cartello in cui è riportata la seguente iscrizione “Io sono Ridolfo da Camerino, leale signore di terra,/ Che caco in gola agli Otto della guerra.” | |||
Nov. | Marche | Rinaldo da Monteverde si impadronisce di Amandola. | |||
1378 | |||||
Estate | Camerino Camerino | Monteverde Perugia | Marche | Si allea per un anno con i comuni di Fermo, Ancona e Recanati; si impegna a mantenere per le necessità collettive 50 lance con le quali fronteggiare il Monteverde. Sempre nel periodo contrasta i perugini. | |
1380 | |||||
Feb. | Marche | Ottiene a patti a Fermo la rocca del Girifalco che gli è consegnata dalla moglie di Rinaldo da Monteverde, Luchina dal Verme, e dai figli di quest’ultimo, Mercenario e Luchino. | |||
………………… | Umbria | Stipula una lega di venticinque anni con Perugia; gli sono restituiti i beni che gli sono stati confiscati l’anno prima a Ponte San Giovanni ed a Colle. | |||
Giu. | Marche | Rifornisce di vettovaglie la compagnia di Giovanni degli Ubaldini e di Lucio Lando. Costoro abbandonano il fermano dopo averlo depredato per vendicare la morte di Rinaldo da Monteverde. Altri 5000 fiorini deve riconoscere a vari condottieri della “Compagnia di San Giorgio” affinché i suoi territori non siano molestati da tali venturieri per quindici mesi. | |||
………………… | Chiavelli | Fabriano | Marche | Appoggia Gualtiero Chiavelli nel suo vano tentativo di impadronirsi della signoria di Fabriano a spese di Guido Chiavelli. | |
1381 | |||||
Feb. | Marche | Asseconda Bartolomeo Smeducci ai danni del nipote Pietro che sta scorrendo il contado attorno a San Severino Marche. | |||
………………… | Angiò | Napoli | Marche | Con Antonio da Montefeltro e Guido da Polenta favorisce nella sua marcia verso il regno di Napoli Luigi d’Angiò ed i partigiani dell’ antipapa Clemente VII (l’ex cardinale Roberto di Ginevra) contro Carlo di Durazzo ed il papa Urbano VI. | |
………………… | Marche | Si collega con gli abitanti di Nocera Umbra e li aiuta a recuperare il castello di Laverino, tolto loro da Meluccio da Rocchetta. | |||
Autunno | Umbria | I perugini cercano il suo appoggio allorché il territorio è infestato dall’ incessante passaggio delle compagnie di ventura. | |||
1382 | |||||
Primavera | Toscana | Presta soccorso ai fiorentini. Anche costoro annullano ogni sanzione a suo danno. | |||
Giu. | Marche | Riconosce una taglia di 500 fiorini alle compagnie di Villanuccio da Villafranca e del conte Alberico da Barbiano affinché abbandonino il Piceno. | |||
Ago. ott. | Marche e Umbria | Agevola ancora Luigi d’Angiò di passaggio nella marca d’ Ancona ai danni dei durazzeschi: i francesi gli consegnano a settembre 12000 fiorini ed egli concede loro il passo. Negli stessi giorni giunge a Camerino l’ambasciatore perugino Alberto Guidalotti che domanda il suo sostegno contro i fuoriusciti. Si reca subito nella città con un buon numero di cavalli e vi rimane fino al cessare di ogni pericolo. Ad ottobre gli è donata una casa in città in contrada San Pietro. | |||
1383 | |||||
Mag. | Marche | Si impossessa del castello di Cingoli. | |||
1384 | |||||
Gen. | Marche | Stipula un’alleanza con alcune città marchigiane. | |||
Nov. | Marche | Muore a Tolentino nelle sue case dotate di un grande giardino, che si trovano nel quartiere di San Giovanni. Ristruttura il castello della Rancia di Tolentino. Ricordato in alcune novelle di Franco Sacchetti. Sposa Elisabetta Malatesta, figlia di Pandolfo, e Camilla Chiavelli. |
Citazioni
“Personaggio di gran valore.” MURATORI
“Uomo di sagace ingegno.” L. ARETINO
“Era valoroso e esperto soldato.” PELLINI
“Glorioso per imprese militari..Riputato uno de’ migliori condottieri ed uno de’ personaggi più importanti del suo secolo.” LITTA
“Prode condottiero d’armati nel secolo XIV..Morì in fama di uno de’ migliori condottieri e dei più insigni personaggi del suo secolo.” BOSI
“Vir sagaci ingenio et bellorum sciens.” SANT’ANTONINO
“Princeps vir militari peritia insignis.” CHIARAMONTI
“Fo homo assae bono e de corpo bello assae, e de persona grande, savio assae e in bona paxe resse le sue terre: in senetude pervenudo morì, a çue Dio faççia paxe.” G. DI M. PEDRINO
“Uno de’ più prodi e potenti capitani di quella stagione.” CAMERA
“Uno de’ più rinomati signori di quel tempo..Celeberrimo personaggio de’ suoi tempi.” COLUCCI
“Valoroso Capitano.” MUZZI
“Annoverato fra i capitani più abili e valenti del suo tempo, validamente affiancato nell’attività di governo dai fratelli Giovanni, detto “Spacaferro” e Gentile.” TOZZI
“Che fu insigne capitano d’armi.” CARAMELLI
“Valente capitano.” FILIPPINI
Contro i pisani sulle porte del capoluogo “Quivi appariro a difesa del fosso,/ Vietando ‘l passo, barbute, e pedoni,/ E ‘l Capitan fe lor, priemere addosso/ Con molte lance, frecce, e verrettoni;/ Così passaro per lo stormo grosso,/ E de’ nimici, tra morti, e prigioni,/ Più di cento quaranta ne camparno. E molti n’affogar passando l’Arno./ (Al suo rientro a Firenze)/ Che moltissima gente per vaghezza/ Gli andaro incontro con molta allegrezza./ All’entrar della porta i Fiorentini/ Gli puoser sopra capo un pallio d’oro,/ Il qual portavan cari cittadini,/ Ch’ntorno a lui a pié facien dimoro,/ E due destrieri, i più begli, e più fini,/ Coverti di scarlatto, adorno, e begli,/ E sìegli ebbe altro, mé di mé l sepp’egli.” PUCCI
“Annoverato tra i capitani più abili e valenti del suo tempo.” TOZZI
“Gli si attribuisce la partecipazione alla crociata, il trasporto a Camerino dell’immagine di Santa Maria in via e tanta arguzia e sagacia politica da essere celebrate nelle novelle del Sacchetti.” BASSETTI
Fonti
https://condottieridiventura.it/rodolfo-da-varano/
Bibliografia
Storie Fiorentine – Scipione Ammirato (1647)
La sala del palazzo de questi Varani – Fiorella Paino