Nascita: 1434
Morte: 1502 (ottobre)
Consorte:
Indice
Biografia
Era figlio di Giovanni II da Varano e di Bartolomea Smeducci di Sanseverino.
Sarà uno dei Signori più illustri ed illuminati del suo periodo grazie al suo valore nelle armi, alla saggia amministrazione e al mecenatismo.
Camerino vive, durante la sua Signoria, una fase di splendore e potenza per una attenta politica di pacificazione sociale, una raffinata politica culturale e un’intensa attività urbanistica.
Nel 1434 venne salvato ancora bambino dalla strage della sua famiglia dalla zia Tora da Varano, figlia di Rodolfo III, facendolo portare da Camerino a Fabriano presso i Chiavelli. Dal massacro della famiglia si salvarono solo Giulio Cesare e Rodolfo, figlio di Piergentile.
Camerino venne assoggettata alla Repubblica della città, che governò dal 1434 al 1444, con l’appoggio dello Stato Pontificio. Solo nel 1444 i Da Varano poterono fare ritorno nel feudo, grazie al condottiero Carlo Fortebracci, figlio di Braccio da Montone e Giulio Cesare venne acclamato signore dal popolo.
Nel 1447 (o 1449) venne nominato vicario apostolico insieme al cugino Rodolfo IV. Ma papa Nicola V, vista la giovane età dei nuovi signori, affidò il governo della città a Elisabetta Malatesta, figlia di Galeazzo Malatesta, che si fece monaca quando rimase vedova di Piergentile da Varano.
Giulio Cesare da allora divenne uomo d’armi, militando prima per la Repubblica di Firenze poi per Siena, al fine di asservire Jacopo Piccinino.
Come valente condottiero sarà al servizio di vari papi e potenti signori dell’epoca.
Nel 1463 viene contattato dai veneziani per comandare il corpo di spedizione in Marea contro i turchi.
Papa Paolo II con il Diploma del 1468 gli conferma la Signoria con il titolo di Domicello e Vicario stabilendo inoltre che, in assenza di suoi figli legittimi, essa sia divisa fra i figli legittimi di Rodolfo IV e quelli illegittimi di Giulio Cesare, combatte per lui contro il re di Napoli e, nel 1469, è al fianco delle truppe pontificie in opposizione a Rimini, ma per due volte rimane sconfitto. Presta servizio per il cardinale Giuliano della Rovere, futuro papa Giulio II, per sottomettere Todi, Spoleto e quindi Firenze.
Milita per i d’Angiò e i d’Aragona e nel 1480 è Capitano Generale di Matteo Corvino re d’Ungheria e Luogotenente Generale di Fernando Re di Napoli; sarà al soldo di Firenze e Siena
Nel 1483 viene iscritto alla nobiltà veneziana e l’anno seguente, ingaggiato, avrà il titolo di governatore Generale per la Romagna.
Papa Sisto IV lo nomina, nel 1484, Governatore Generale della Chiesa e nello stesso anno è anche al servizio della Serenissima.
Papa Innocenzo VIII lo avrà al servizio con il titolo di luogotenente della Marca e, nel 1485 gli affiderà l’incarico di stipulare un’alleanza tra la Chiesa e la Serenissima.
Amplia Palazzo Varano intorno al 1460 curando la realizzazione dello splendido quadriportico e acquista il convento degli Olivetani e facendolo ristrutturare e trasformandolo nel monastero di Santa Chiara per ospitarvi con le consorelle sua figlia Camilla divenuta clarissa, fa realizzare il Palazzo delle Esposte per ospitare le orfanelle.
Fra il 1450 e il 1470 fa realizzare la “Botte dei da Varano” da maestranze fiorentine, opera idraulica atta a bonificare le piane di Colfiorito. Nello stesso periodo (dopo il 1458) prosciuga Montelago effettuando il Taglio dei Da Varano.
Sotto la sua signoria Camerino visse il periodo di maggior splendore.
Dalle nozze contratte a 19 anni con la settenne Giovanna Malatesta, figlia di Sigismondo Pandolfo Malatesta Signore di Rimini e Polissena Sforza figlia di Francesco Sforza, celebrate il 12 maggio 1451, ha tre figli: Venanzio, che sposa Maria della Rovere e genererà Sigismondo erede legittimo alla Signoria, Giovanni Maria che sposa Caterina Cybo, figlia di Franceschetto e Maddalena dei Medici e Ginevra che sposa Muzio Colonna.
Figli concepiti fuori dal matrimonio e riconosciuti sono:
Cesare Ottaviano che muore giovane, Annibale abile condottiero che troviamo spesso al fianco del padre e dei fratellastri, Ringarda che sposa Oddo di Carlo Baglioni di Perugia e Pirro;
dalla N, D. Cecchina di Mastro Giacomo avrà: Camilla, letterata che sarà suor Battista e dal 2010 Santa Camilla ed Emilia che sposa Ranuccio Ottoni di Matelica.
Nulla poté sulle truppe di Cesare Borgia, che assalirono Camerino nel 1502. Giulio venne catturato e condotto nella rocca di Pergola, dove fu strangolato da Michelotto Corella, luogotenente e sicario del Valentino. Stessa sorte toccò a tre suoi figli, mentre Camilla, suora clarissa, riuscì a fuggire rifugiandosi ad Atri. Camerino venne eretta a ducato da papa Alessandro VI e conferita al figlio, che governerà sino al 1503, data di morte del pontefice.
Titoli
Signore di Camerino, Nocera Umbra, Cerreto, Esanatoglia, Gagliole, Fiuminata, Serravalle del Chienti, Belforte del Chienti, Serrapetrona, Fiastra, Acquacanina, Bolognola, Montacuto e Potenza Picena (dategli in feudo queste ultime dal papa Sisto IV).
Parentele e discendenza
Figlio di Giovanni da Varano, Giulio Cesare sposò nel 1451 Giovanna Malatesta (1444-1511), figlia di Sigismondo Pandolfo Malatesta, signore di Rimini, e di Polissena Sforza, figlia naturale di Francesco Sforza, futuro duca di Milano. Suocero di Muzio Colonna e zio di Carlo Baglioni
Con Polissena Sforza ebbero la seguente prole:
Giovanni Maria (1481-1527), signore e duca di Camerino
Venanzio (1476-1502), signore di Camerino, uomo d’armi, morto strangolato come il padre
Giulio Cesare ebbe anche questi figli naturali:
Pirro (1486-1502), morto strangolato come il padre
Ottaviano (?-1488)
Annibale (?-1502), uomo d’armi, morto strangolato come il padre
Camilla (1458-1524), religiosa proclamata santa
Dal 1484 al 1487 Giulio Cesare da Varano è al servizio di Venezia come riportano i Libri commemoriali della Repubblica di Venezia:
1484, ind. II, Maggio 5. – c. 27 t.° -Instrumento della condotta di Giulio Cesare da Varano signore di Camerino (rappresentato da Luigi Tedaldini cav. e Paolo Cassetti) ai servigi di Venezia per due anni ed uno di rispetto, con titolo e dignità di governatore generale delle milizie della repubblica. Questa accoglie in protezione, durante la ferma, gli stati del detto signore, promettendo difenderli efficacemente contro chiunque gli assalisse; egli sarà incluso in ogni trattato che la stessa fosse per fare in Italia, come suo raccomandato. Il medesimo avrà 50.000 ducati a titolo di stipendio per tutta la ferma in tempo di guerra, e 25.000 in tempo di pace, e si fissano le norme pei pagamenti.
Libri commemoriali della Repubblica di Venezia – Tomo V, Libro XVII paragrafo 43
In guerra servirà dovunque gli sia ordinato in Italia, in persona con 300 armigeri (da 4 cavalli l’uno). 50 balestrieri a cavallo e 250 fanti; in pace con metà delle dette milizie. Seguono articoli relativi alla disdetta della condotta, agli alloggiamenti, alla giurisdizione d’esso codnottiere, agli acquisti e prigionieri fatti in guerra, alle registrazioni e mostre ecc.
Se prendesse luoghi già della casa da Varano, restereanno senz’altro a lui. Venezia durante la condotta non concederà rappresaglie contro i dominii e i sudditi de detto signore, e sospenderà quelle che avesse già concedute (v. n 109).
Sottoscritta da Luigi Tealdini (sic) capitano delle fanterie del da Varano e Paolo Caseto da Lodi segretario, procuratori come sopra – Atti Gian Pietro Stella.
1486, ind. IV. Marzo 10 – c. 78 – Il doge fa sapere di avere ad istanza di Pandolfo Collenuccio dottore, procuratore di Giulio Cesare da Varano signore di Camerino, rinnovata per l’anno di rispetto, dal 5 Maggio venturo, la condotta di esso signore ai servigi di Venezia (v. n.43 e 126)
Libri commemoriali della Repubblica di Venezia – Tomo V, Libro XVII paragrafo 109
1487, Giugno 26. – c. 92 t.° – Giulio Cesare da Varano a Pandolfo Collenuccio suo oratore a Venezia (in volgare). Contento che la repubblica sia disposta a rinnovare la sua condotta, accetta tale rinnovazione; protesta attaccamento, e gli raccomanda di procurare aiuti in denaro (v. n. 109 e 127).
Libri commemoriali della Repubblica di Venezia – Tomo V, Libro XVII paragrafo 126
Data in campo presso Serravalle (in Valle Lagarina).
1487, ind. V. Giugno 28. – c. 92 t.° – Patente ducale che fa sapere essere stata per deliberazione del Senato rinnovata per due anni e per uno di rispetto la condotta di Giulio Cesare da Varano signore di Camerino, col titolo di governatore generale (v. n. 126).
Libri commemoriali della Repubblica di Venezia – Tomo V, Libro XVII paragrafo 127
Data nel palazzo ducale di Venezia.
Al margine postilla: 1487, Dicembre 12. Il da Varano fu dal Consiglio dei dieci destituito per giuste cause.
1487, Giugno 29. – V. 1488, Agosto 19, n.157
Fatti degni di nota
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1434 | Marche Umbria | Ancora in fasce è salvato dalla furia degli abitanti di Camerino dalla zia Tora, vedova di Niccolò Trinci che lo nasconde in un fascio d’erba. Trova asilo in un primo momento a Fabriano presso la zia Guglielmina Chiavelli. Nel 1435 si ribellano anche gli abitanti di tale città; i disordini terminano con il massacro dei Chiavelli nella chiesa di San Venanzio. La zia Tora lo salva nuovamente, lo tiene nascosto in un convento di suore per alcuni giorni; lo conduce, infine, a Foligno. | |||
1439 | Umbria Marche Romagna | Con l’uccisione dei Trinci a Foligno, è portato in salvo a Fossombrone dal nonno Galeazzo Malatesta. Da ultimo è condotto a Faenza presso altri parenti. | |||
1443 | |||||
Nov. | Marche | Rientra in Camerino con le armi dello zio Carlo di Montone: viene accolto con acclamazioni dal popolo: è ucciso Vincenzo Maligeri, l’autore della congiura che ha portato alla strage dei da Varano nel 1434. | |||
1444 | Marche | Diviene signore di Camerino con il cugino Rodolfo, di due anni più piccolo e figlio di Piergentile. Ai due giovani è assegnato come precettore e consigliere politico Giovanni dei Conti. | |||
1447 | Marche | Gli è conferito il vicariato di Camerino dal papa Niccolò V: il governo effettivo, data la sua giovane età, è preso dalla zia Elisabetta Malatesta. | |||
1448 | Marche | Con il cugino Rodolfo esercita il potere in concordia guadagnandosi il consenso popolare; Giulio Cesare e Rodolfo da Varano riescono ad opporsi ad altre insidie tanto da riuscire a sventare, appena usciti di tutela, ad una congiura ai loro danni. | |||
1453 | Firenze | Napoli | Toscana | ||
1454 | |||||
Nov. | Siena | Pitigliano | 500 cavalli e 200 fanti | Toscana | Combatte il conte di Pitigliano Aldobrandino Orsini. Prende parte all’ assedio di Sorano ove si colloca sul fronte opposto rispetto a Carlo Gonzaga ed a Pietro Brunoro. |
Dic. | Toscana | Il capitano generale Sigismondo Pandolfo Malatesta stipula con gli avversari una tregua senza averne l’autorizzazione da parte dei senesi. Giulio Cesare da Varano raggiunge segretamente Siena ed accusa il Malatesta di essersi fatto corrompere. Ne parla con un amico, Giovanni Bichi, che ne informa, a sua volta, il governo cittadino. In un primo momento non viene creduto; vi sono presto alcune conferme del fatto da parte di uno dei commissari al campo Cristoforo Gabrielli. | |||
1455 | |||||
Gen. | Toscana | Si incontra a Grosseto con Pietro Brunoro per stabilire un’azione comune contro gli avversari. | |||
………………. | Camerino | Matelica | Marche | Lascia gli stipendi di Siena e ritorna a Camerino il cui comune è impegnato in una guerra con Matelica. | |
Giu. | Chiesa | Comp. ventura | 100 lance e 50 fanti | Toscana | Passa con il cugino Rodolfo agli stipendi del papa Callisto III per contrastare la compagnia di Jacopo Piccinino che sta devastando il senese. |
1456 | Sposa Giovanna Malatesta, figlia di Sigismondo Pandolfo e di Polissena Sforza. La cerimonia nuziale è rappresentata in una sala a piano terreno del palazzo ducale di Camerino attraverso un ciclo di affreschi. La dote portata dalla sposa è valutata in 5000 ducati tra denari e gioielli. Un residuo di 1557 ducati sarà impegnato dalla moglie nel 1492 per la ristrutturazione del castello di Lanciano nelle vicinanze di Castelraimondo. | ||||
1458 | |||||
Ago. | Rimini | Napoli | E’ assoldato dal suocero Sigismondo Pandolfo Malatesta per opporsi agli aragonesi comandati da Federico da Montefeltro. Segue il signore di Rimini nel Montefeltro; dà il guasto a numerosi castelli. | ||
1460 | |||||
Apr. giu. | Angiò | Napoli | Abruzzi | Combatte gli aragonesi negli Abruzzi agli ordini del Piccinino. Attraversa il fiume Pescara con 4 squadre di cavalli. | |
Lug. | Abruzzi | Partecipa alla battaglia di San Flaviano/San Fabiano. Lotta all’ avanguardia contro le prime squadre di Marcantonio Torelli e di Alessandro Sforza che agli inizi mettono in rotta le truppe ai suoi ordini; lo scontro cessa a notte inoltrata, dopo sette ore, con molti morti d’ambo le parti. | |||
Ago. | Lazio | Il Piccinino si sposta nel Lazio; lascia all’assedio di Chieti il da Varano ed Antonio Caldora alla testa di 12 squadre. | |||
Ott. | Marche | Minaccia Ancona. I pontifici intercettano alcuni suoi messaggi riguardanti l’organizzazione di un trattato in città a favore della causa angioina. | |||
1461 | |||||
Feb. | Marche | A fine mese rientra nelle Marche insoddisfatto per il trattamento ricevuto dal Piccinino. | |||
Giu. | Chiesa | Rimini | Marche | Viene contattato dai pontifici. Accetta la condotta. E’ assolto da tutti i misfatti commessi nella marca d’ Ancona. Passa al servizio dello stato della Chiesa allo scopo di contrastare il Malatesta. | |
Lug. | Marche | Il Malatesta fa pressione nei suoi confronti affinché ritorni sui suoi passi; la pratica non ha alcun seguito. | |||
Nov. | Abruzzi | Non riceve il soldo pattuito da cinque mesi. Gli sono infine consegnati 1200 ducati; rimane creditore per la prestanza di altri 4800 ducati. | |||
1462 | |||||
Primavera | Lombardia | A marzo è avvicinato dagli sforzeschi per combattere nel regno di Napoli a favore degli aragonesi: si reca anche a Milano al riguardo. Si riavvicina, viceversa, al signore di Rimini e trama con il duca di Modena Borso d’Este ed il Piccinino. Il papa Pio II ne è tanto esacerbato da proporre al duca di Milano Francesco Sforza di catturarlo a tradimento. | |||
Ago. | Chiesa Napoli | Angiò | Passa agli stipendi di pontifici ed aragonesi per combattere nel regno di Napoli gli angioini ed i loro aderenti. Gli sforzeschi gli fanno avere 1500 ducati. | ||
1463 | |||||
Gen. | Angiò | Chiesa Napoli | Abruzzi | Muta partito ed affianca il Piccinino nella sua azione. | |
Dic. | Viene contattato dai veneziani al fine di comandare il corpo di spedizione in Morea contro i turchi. | ||||
1464 | Marche | E’ accusato dai pontifici di avere fatto avvelenare il cugino Rodolfo da Varano consignore di Camerino. La moglie del cugini Camilla d’Este è rimandata a Ferrara con i due figli. | |||
1465 | Chiesa | Agli stipendi del papa Paolo II. | |||
1466 | |||||
Lug. | Lazio | Si incontra a Roma con il suocero; gli chiede la consegna di Rimini allo stato della Chiesa a nome di Paolo II. | |||
1467 | Napoli | 40 lance | Agli stipendi degli aragonesi. Ha il comando di 40 lance. Milita nelle compagnie di Matteo da Capua. | ||
1468 | |||||
Mag. | Lazio | E’ segnalato a Roma presso il papa. Viene confermato con i figli nella signoria di Camerino. Il territorio controllato comprende le alte valli dell’Esino (Esanatoglia), del Potenza (Da Fiuminata a Gagliole), dell’alta Valle del Chienti (da Serravalle del Chienti a Belforte del Chienti e Serrapetrona), i castelli di Caldarola, Montalto e Coldipietra (questi ultimi nel comune di Cessapalombo), Fiastra, Acquacanina e Bolognola. | |||
1469 | |||||
Lug. | Chiesa | Rimini | Romagna | Combatte Roberto Malatesta. Assedia Rimini ed è sconfitto e fatto prigioniero a Mulazzano dal Montefeltro. | |
Ott. | Umbria | Rilasciato, si reca a Perugia ospite di Braccio Baglioni. | |||
1471 | |||||
Apr. | Romagna | A Rimini per la definizione dei termini di una parentela tra i Malatesta ed i Montefeltro. | |||
Giu. | Marche | Gli sono offerti dagli abitanti di San Severino Marche 50 ducati affinché ritiri le sue truppe da tale territorio. | |||
1472 | Marche | Entra in lite con Fermo per il possesso di Castelgismondo. | |||
1474 | |||||
Mag. | Umbria | Ha un colloquio a Foligno con Braccio Baglioni e Federico da Montefeltro per concordare le linee della politica pontificia da perseguire in Umbria. | |||
Giu. | Chiesa | Todi Spoleto | Umbria | Segue il cardinale di San Pietro in Vincoli Giuliano della Rovere, occupa Todi con un breve assedio ed entra in Spoleto con il Baglioni: la città è messa a sacco per quattro giorni. A compenso del suo operato ottiene in custodia Montesanto (Potenza Picena); continua a tenere Cerreto ottenuta dal papa Sisto IV all’inizio dell’anno; ha anche Sellano. | |
Lug. | Chiesa | C.di Castello | Capitano g.le | Umbria | Assedia Niccolò Vitelli in Città di Castello. Al comando di 300/400 cavalli e di 2300 fanti si accampa sul colle della Cecca verso la Porta di Santa Maria. |
Ago. | Umbria | Si sposta dalla parte di Borgo San Sepolcro (Sansepolcro) con il legato pontificio; fa costruire una prima bastia nella chiesa di Sant’Angelo da Corzano ed una seconda di fronte al ponte. Vengono entrambe munite di numerosi pezzi di artiglieria tra cui una serpentina capace di lanciare palle di piombo del peso di dieci libbre. Un’altra bastia è posta di fronte alla Porta del Prato, ove sono piantate altre 2 bombarde. Una quarta bastia è collocata di fronte al mulino della Canonica: i pezzi di artiglieria di quest’ ultima provengono da Castel Sant’ Angelo. La città è bombardata giorno e notte. Seguono duri scontri davanti alla Porta Orientale ed a quella Occidentale. In una sortita (fine mese) condotta dai difensori contro il suo campo, viene ferito Giovanni Francesco da Bagno; nel corso del combattimento si registra la perdita di 40 cavalli tra i pontifici (150 tra morti e feriti tra gli attaccanti, 35 tra i castellani per altre fonti). | |||
e 1475 | |||||
Ott. | Chiesa | Vitelli | Umbria | Scaccia dal tifernate Niccolò Vitelli che vuole rientrare in Città di Castello. | |
………………. | Marche | Razzia per rappresaglia agli abitanti di Fermo 6000 pecore sui Sibillini, nei pressi di Montefortino; minaccia il comune. | |||
1476 | Camerino | Fermo | Marche | Invia numerosi armati sui monti di Sarnano per intimidire sempre gli abitanti di Fermo. | |
1477 | Marche | Invia 90 fanti in soccorso degli anconetani in conflitto con Fermo. Fa assalire e ferire da alcuni banditi di Mogliano l’ambasciatore del comune Giovanni Aceti, che si sta recando a Roma per una composizione dei conflitti in essere. Il contenzioso si chiuderà solo nel 1482. Al Varano sono riconosciuti 1500 ducati mentre Castelgismondo rimane nella giurisdizione di Fermo. | |||
1478 | |||||
Lug. | Chiesa | Firenze | Umbria | A Perugia al comando di 6 squadre di cavalli. | |
Ago. | Umbria | Difende Città di Castello dalle mire del Vitelli. Assalito da Andrea Corso, corre il pericolo di essere catturato. | |||
Sett. | Toscana | Assedia Cacciano con il Montefeltro; guida personalmente un assalto alle mura. Il castello è espugnato e messo a sacco. Si sposta all’assedio di Monte San Savino. | |||
1479 | |||||
Giu. | Umbria | Con Matteo da Capua tende un’imboscata a Torricella ai saccomanni nemici; cattura 60 cavalli. Sconfitto sempre con Matteo da Capua, Giovanni della Rovere e Giovanni Francesco da Bagno a Passignano sul Trasimeno da Roberto Malatesta, deve riparare a Bettona. | |||
Lug. | Umbria | A Perugia per incontrarvi il governatore della città, il cardinale Giovambattista Savelli. | |||
Sett. nov. | Toscana | Prende parte alla battaglia di Poggio Imperiale (Poggibonsi). Transita per Siena con 10 squadre di cavalli e 700 fanti; alloggia all’albergo fuori della Porta Camollia. Si sposta in Val d’Elsa con il Montefeltro ed il duca di Calabria Alfonso d’Aragona; vi assedia Colle di Val d’Elsa che cederà solo a novembre dopo un lungo assedio. Al termine di tali operazioni ed alla firma di una tregua ritorna a Siena con Federico da Montefeltro. | |||
1480 | Ungheria | Milita agli stipendi del re d’Ungheria Mattia Corvino. | |||
1481 | |||||
Lug. | Umbria | Viene ospitato a Perugia dai Baglioni. | |||
Ott. | Marche | E’ ricevuto in Fabriano con tutti gli onori. | |||
1482 | |||||
Giu. | Chiesa | Napoli | 50 uomini d’arme | Lazio ed Umbria | Lascia Quinto con Girolamo Riario ed entra in Roma. Si accampa in San Giovanni in Laterano; dopo qualche giorno si dirige a Perugia per controllare i movimenti del Vitelli che si è impossessato di Città di Castello con l’aiuto dei fiorentini agli ordini di Costanzo Sforza. |
Ago. | Lazio | Fronteggia colonnesi ed aragonesi; prende parte alla battaglia di Campomorto. | |||
Sett. | Umbria e Marche | Punta su Perugia con Giordano Orsini e Giovanni Colonna per difendere la città da Costanzo Sforza. Sempre nel mese, come luogotenente della Marca, su disposizione del papa assiste San Ginesio nelle sue dispute con Fermo. | |||
1483 | |||||
Mag. | I veneziani cercano di averlo ai loro stipendi con la promessa di uno stipendio di 35000 ducati: non accetta la condotta per le possibili ritorsioni pontificie. | ||||
Sett. | Siena | Capitano g.le | Toscana | A Siena a prendere possesso della carica di capitano generale. | |
………………. | Viene inscritto alla nobiltà veneziana. | ||||
1484 | |||||
Mag. | Venezia | Governatore g.le | Marche | Passa agli stipendi dei veneziani con il titolo di governatore generale della Romagna: la ferma è stabilita in due anni più uno di rispetto. Oltre la protezione dei suoi stati gli è riconosciuta una provvigione di 50000 ducati in tempo di guerra e di 25000 in tempo di pace; la condotta è stabilita in 300 lance (1200 cavalli), 50 balestrieri a cavallo e 500 provvigionati nella prima fattispecie; della metà nella seconda. Il contratto è stipulato per suo conto a Venezia da Alvise Tedaldini. Alvise Loredan gli consegna del denaro a Camerino. | |
Ago. | Marche | Alla morte del papa Sisto IV recupera il castello della Rancia presso Tolentino. | |||
1485 | |||||
Feb. | Veneto | Assiste a Venezia in piazza San Marco ad una solenne giostra indetta da Roberto da San Severino. Sempre negli stessi giorni gli vengono consegnati lo stendardo ed il bastone simboli del comando; i figli Cesare ed Annibale sono armati cavalieri. Lo accompagnano trecento persone. Alloggia nel palazzo di Bartolomeo Vitturi; gli sono riconosciute per le sue spese 40 ducati al giorno. | |||
………………. | Ascoli Piceno | Fermo | Marche | Come luogotenente della Marca cerca di ostacolare il prosieguo del conflitto tra i comuni di Ascoli Piceno e di Fermo. | |
1486 | |||||
Mar. | Gli è rinnovato dai veneziani l’anno di rispetto tramite il suo procuratore Pandolfo Collenuccio. | ||||
Apr. | Chiesa | Napoli | Marche | Fronteggia nelle Marche Castruccio Castracani. | |
Sett. | Venezia | Veneto | A Padova per la rassegna delle sue compagnie. Alloggia a Venezia a spese della Serenissima. | ||
Dic. | Il papa Innocenzo VIII gli affida l’incarico di stipulare un’alleanza tra lo Stato della Chiesa e la Serenissima. | ||||
1487 | |||||
Feb. | Lazio | In San Pietro, a Roma, a fianco del papa. | |||
Primavera | Chiesa | Osimo | Marche | Al campo pontificio di Osimo per indurre Boccolino Guzzoni alla resa. | |
Apr. mag. | Venezia | Austria | Veneto | E’ chiamato in gran fretta dai veneziani per fronteggiare le truppe del duca d’Austria Sigismondo. Ai primi di maggio giunge a Verona, dove viene accolto dal provveditore Cristoforo Duodo. Si trova a Serravalle all’ Adige con 1000 cavalli e 24000 fanti. Il fiume in piena gli impedisce di muovere verso Rovereto assediata dagli avversari. Questa dilazione, unita alla sua richiesta di denaro, fatta in termini non troppo gentili, predispone a suo sfavore l’animo dei provveditori. A fine mese il Collegio dei Pregadi decide di licenziarlo. La decisione non viene ratificata. | |
Giu. | Trentino | In Val Lagarina. | |||
Lug. | Trentino e Veneto | I veneziani assumono di nuovo Roberto da San Severino. Il Varano colloca il suo campo con tale capitano vicino a quello degli imperiali: si muove in perlustrazione con 200 cavalli. Viene attaccato all’ improvviso dagli avversari. Sta per essere catturato a Ravazzano con il San Severino: si muovono a difesa dei 2 condottieri i figli Annibale da Varano ed Antonio Maria da San Severino che liberano i loro padri dal pericolo. Vengono entrambi catturati dagli avversari. Il Varano si ammala ed è trasportato a Verona nel vescovado; altre fonti riferiscono che deve lasciare il campo sia per i risultati negativi del suo comando, sia per avere ucciso un connestabile veneziano nel suo padiglione. | |||
Ago. | Veneto e Trentino | Alla morte del San Severino a Calliano lascia Verona e raggiunge il campo. Entra in Rovereto, abbandonata dagli avversari. | |||
Nov. dic. | Trentino e Veneto | Alla firma della pace (metà novembre) dalla Valsugana si dirige con le truppe ai campi invernali. A Montagnana; a dicembre è licenziato dal Collegio dei Pregadi anche perché non è riuscito a mantenere l’ordine nell’esercito. | |||
1488 | |||||
………………. | Marche | Ritorna scontento a Camerino; ricopre ancora per lo stato della Chiesa l’incarico di luogotenente della Marca. | |||
Nov. | Marche | Ad Offida, a seguito di una scorreria degli ascolani ai danni degli abitanti di Fermo. | |||
1491 | |||||
Primavera | Chiesa | Ascoli Piceno | Marche | Si dirige a Montefalcone Appennino con il figlio Annibale. Si ritira di fronte all’esercito ascolano che si è di molto rafforzato. | |
1492 | |||||
Ago. | Lazio | A fine mese presenzia a Roma alle cerimonie organizzate per l’elezione pontificia di Alessandro VI. | |||
…………… | Napoli | E’ assoldato dagli aragonesi: non può prestare validamente la sua opera perché si ammala. | |||
1493 | Alessandro VI concede al figlio naturale Pirro il priorato di Sant’Angelo di Esanatoglia. | ||||
1494 | |||||
Giu. | Chiesa | Fermo | Marche | Convoca da Jesi il condottiero pontificio Gaspare da San Severino per indurlo ad attaccare gli abitanti di Fermo restii ad una tregua con Ascoli Piceno: costui si rifiuta di ubbidire all’ordine. Il Varano ritorna a Macerata. Nell’anno ospita a Camerino Isabella d’Este. | |
1495 | |||||
Giu. | Francia | Chiesa | Umbria | Infesta il contado di Norcia con Antonello Savelli. | |
1496 | |||||
Gen. | Umbria | Interviene con Guidobaldo da Montefeltro in Assisi per raggiungere una tregua tra le fazioni; se ne rende mallevadore per conto dei Baglioni. A giugno è ancora costretto a ritornare in Assisi con Guidobaldo da Montefeltro. | |||
………………. | Fermo | Ascoli Piceno | Marche | Sempre con Guidobaldo da Montefeltro appoggia Fermo ai danni di Ascoli Piceno. Obbliga i soldati di tale località a desistere dall’ assedio di Offida. | |
1497 | |||||
Mag. | Marche | Raggiunge con 3000 fanti il figlio Annibale intento all’ assedio del castello di San Pietro Morico. | |||
Giu. | Lombardia | Lascia Camerino per recarsi a Ferrara ed a Milano. | |||
Sett. | Umbria | E’ coinvolto ancora una volta nelle trattative di pace tra Assisi ed i Baglioni. Il papa Alessandro VI gli chiede il pagamento del censo. | |||
1498 | |||||
………………. | Umbria | Niccolò Piccinino a seguito di una lite con i congiunti dona al Varano un terzo della comproprietà della rocca di Agello presso Magione nel perugino. Tale bene è particolarmente conteso a Niccolò Piccinino dal cugino Angelo: quest’ultimo dona, a sua volta, i beni contestati a Gismondo Baglioni figlio di Guido. Desideroso di vendicarsi il signore di Camerino spinge Girolamo dalla Penna ad uccidere Angelo Piccinino: è l’inizio delle controversie del Varano con i Baglioni. Gismondo Baglioni, intimo amico dell’ucciso, fa occupare dai suoi uomini la rocca di Agello e giura di non farsi tagliare più la barba fino a quando non venga ucciso il dalla Penna. | |||
Dic. | Viene sospettato dal papa Alessandro VI di avere fatto derubare un corriere veneziano di 500 ducati e di alcuni messaggi in cifra. | ||||
1500 | |||||
Lug. | E’ considerato il principale istigatore della congiura che in una notte di luglio porta all’uccisione in Perugia di Astorre Baglioni. Giampaolo Baglioni rientra poco dopo nella città e ne scaccia i fuoriusciti. Costoro, espulsi anche dal ducato di Urbino, si riducono a Camerino alla sua corte. | ||||
1501 | |||||
Gen. | Marche | Il pontefice gli indirizza un breve con il quale gli intima di espellere i fuoriusciti rifugiatisi nel suo territorio; è minacciata la confisca dei suoi beni ed una multa di 50000 ducati. | |||
Mag. | Marche | E’ scomunicato da Alessandro VI: è accusato di avere ucciso il cugino Rodolfo. | |||
Lug. | Marche | Vitellozzo Vitelli ed Oliverotto da Fermo transitano per il territorio di Camerino e mettono a sacco il castello di Casavecchia. Inutilmente Giulio Cesare da Varano chiede al comune di Fermo ed al luogotenente della Marca la restituzione delle prede. | |||
1502 | |||||
Feb. | Marche | Con Giovanni della Rovere e Giovanni Antonio Acquaviva favorisce i fuoriusciti di Fermo ai danni del nuovo signore della città Oliverotto da Fermo. | |||
Mar. | Marche | E’ dichiarato reo di scomunica maggiore e dell’anatema di spergiuro dal papa per avere sospeso il pagamento del censo alla Camera Apostolica; viene pure pubblicato un monitorio del vicecamerlengo contro di lui per avere dato assistenza ai ribelli dello stato della Chiesa e (nuovamente) per avere ucciso il cugino Rodolfo. E’ assalito nei suoi territori dai fuoriusciti di Montesanto e da alcuni spoletini; anche i suoi sudditi lo odiano e per diverse volte cercano di ribellarsi al suo dispotismo. | |||
Mag. giu. | Camerino | Chiesa | Marche | Minacciato da Cesare Borgia invia il figlio Giovanni Maria con il tesoro della famiglia alla ricerca di aiuti militari; chiede soccorsi a Guidobaldo da Montefeltro; arruola soldati. Camerino viene assediata dalle truppe di Vitellozzo Vitelli, di Francesco Orsini e da quelle di Oliverotto da Fermo. Gli uomini dei tre condottieri pontifici riforniscono, a caro prezzo, derrate alimentari agli assediati. A giugno, il Varano viene ancora scomunicato. | |
Lug. ago. | Marche | Oppone alle forze pontificie una vigorosa resistenza. Uno scontro favorevole ai da Varano rinfocola le sue speranze. Tuttavia la successiva caduta delle sue fortezze, una ad una, lo costringono in breve tempo a ritirarsi a Camerino in rivolta. | |||
Sett. | Marche | Assediato ancora da Francesco Orsini e da Oliverotto da Fermo si arrende a patti con i figli Venanzio ed Annibale nelle mani di Giulio Orsini. Il figlio Venanzio si dà invece alla fuga, cosicché Giulio Cesare è incarcerato in una stalla, tormentato sempre più dalla gotta che gli impedisce di camminare. Al momento della cattura il Varano viene invitato, da un certo Premuccio, a baciare gli stipiti della città allorché si appresta ad uscire da Camerino come per auspicargli di non farvi più ritorno. Costui sarà condannato a morte alla fine del mese successivo al momento del rientro in Camerino di Giovanni Maria da Varano. Il Varano è spogliato d’ogni cosa; gli è permesso solamente di potersi recare a Matelica presso il genero Ranuccio Ottoni, marito della figlia naturale Emilia. La memorialistica locale ricorda che durante l’assedio di Camerino un giovane appartenente alla borghesia cittadina, Giovanni Antonio Ferraccioli, incoraggia la popolazione alla resa a causa della mancanza di vettovaglie ed inneggia alla fine della signoria dei da Varano. Alla notizia a Roma della caduta della città il pontefice fa suonare a festa la campana del Capitolo e celebra un grande trionfo in piazza San Pietro con luminarie e fuochi d’artificio. | |||
Ott. | Marche | Il duca Valentino invita Ranuccio Ottoni ad Urbino; quest’ultimo vi si reca con tutti i parenti dopo avere ricevuto particolari rassicurazioni. Le prime accoglienze sono cortesi; in un secondo momento è imposto all’Ottoni di condurre i suoi congiunti nella rocca di Pergola per loro maggiore sicurezza. Tutti i da Varano sono catturati; solo Ranuccio Ottoni viene risparmiato. Il Varano è fatto strangolare con un laccio di seta nella rocca di Pergola dal Borgia. Identica sorte avranno poco dopo anche i figli Annibale, Venanzio e Pirro. Le sue spoglie saranno trasportate a Camerino alla fine dell’agosto 1503 a seguito del nuovo rientro nella città del figlio Giovanni Maria da Varano. Fa costruire a Camerino (incorporando gli istituti già esistenti) l’ospedale di Santa Maria della Pietà, il tempio dell’ Annunziata, ampliare il Palazzo Ducale; avvia, nel contempo, diverse opere idrauliche nei piani di Colfiorito, Montelago e della Rancia. Trasforma il castello di Beldiletto e Rocca d’Ajello in residenze fortificate. Ricordato da Luigi Pulci nelle sue lettere. Padre di Camilla, figlia naturale, che sarà dichiarata beata con il nome di Beatrice. |
Citazioni
“Magnanimo signore, di cui è ammirarsi in Camerino splendidi monumenti di grandezza e liberalità.” BORGIA
“Et l’ornato signore di Camerino/ con molte isquadre et valorosa gente.” Da un cantare riportato dal RAMBALDI
“Fu anco generale de gli eserciti di Matthia Corvino re di Ungaria e luogotenente di Ferdinando re di Napoli.” SANSOVINO
“Vecchio e illustre guerriero, e amato dai suoi.” UGOLINI
“Capitano di grido.” CHIUSOLE
“Per il suo valore nelle armi, per saggia amministrazione, per il suo favore alle attività artistiche e intellettuali, dette splendore, ricchezza e potenza alla città (di Camerino) e alla sua corte.” MASSARI
“Divenne uno dei più famosi Capitani del suo secolo.” SAVINI
“Valeva pocho.” SANUDO
Per la sua morte “Hic veluti Priamus captum videst hostibus urbem/ et miser extintos fata subire satis.” Da un poema di F. PANFILI riportato dal COLUCCI
“Un vieux guerrier de soixante-dix ans, cruel et assoiffé de sang, et qui s’était emparé du trone en assassinant son propre frère.” SABATINI
“Sarà il promotore e l’autentico artefice della stagione dell’umanesimo camerte…Fu protagonista della stagione più luminosa della dinastia, destinata a cedere di fronte alla straordinaria potenza di Cesare Borgia.” TOZZI
“..signore di camerino/ con molte squadre & valorose gente.” Da “La guerra dei tedeschi contro i veneziani” in GUERRE IN OTTAVA RIMA
“A (ha) pasato gran perigli/ el signor de Camerino/ Vecchio antico con soi figli/ Morti sono a crudi artilli.” DE’ SORCI
Fonti
https://condottieridiventura.it/giulio-cesare-da-varano-signore-di-camerino/
https://it.wikipedia.org/wiki/Giulio_Cesare_da_Varano
https://www.iluoghidelsilenzio.it/altopiano-di-montelago-sefro-mc/